La Corte d’appello conferma: l’incidente mortale di Luciano Casella fu provocato

di Salvo Lapietra
28/01/2016

L’incidente che la sera del 23 ottobre 2004 provocò la morte di Luciano Casella fu provocato. E il responsabile è Tancredi Li Pomi, poliziotto in servizio al commissariato di polizia di Sant’Agata di Militello. Questo dice la sentenza della Corte d’Appello di Messina, presidente Sicuro, relatore Randazzo, a latere Zappalà, che ha confermato integralmente la sentenza di condanna in primo grado (un anno e dieci mesi pena sospesa) nei confronti del poliziotto del commissariato di Sant’Agata Militello che era accusato di omicidio colposo. La Corte d’Appello ha ritenuto corretta la ricostruzione della dinamica dell’incidente effettuata dai periti e ha respinto la tesi difensiva dell’indagato.
I fatti. La sera del 23 ottobre del 2004 sulla statale 113 all’altezza della Contrada Drago Luciano Casella, che avrebbe compiuto 27 anni a dicembre 2004, perse la vita in quello che sembrava un incidente autonomo. La madre del giovane, però, riuscì, grazie alla ricerca di testimoni a ricostruire la dinamica dell’accaduto. Secondo la ricostruzione, sarebbe stato un sorpasso azzardato del poliziotto, all’uscita da una curva, a provocare lo scontro tra la sua auto e la moto condotta dal giovane che procedeva in senso opposto, in direzione Palermo.
In primo grado nel 2012 il giudice del Tribunale di Patti Ugo Molina aveva condannato a un anno e dieci mesi di reclusione il poliziotto ritenuto responsabile di aver causato l’incidente.

Secondo l’avvocato Massimiliano Fabio, legale dell’imputato, l’incidente non sarebbe stato provocato dal suo assistito. In primo grado la famiglia di Luciano Casella, genitori e fratello, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Walter Mangano e Antonino Muscarà si erano costituiti parte civile ottenendo una provvisionale.

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