A giugno potrebbe chiudere la tratta ferroviaria tra Patti e Sant’Agata

di Redazione
18/03/2019

Non è ancora ufficiale infatti ma pare che nei prossimi mesi, si parla di giugno, la tratta tra Sant’Agata di Militello e Messina potrebbe essere chiusa per degli interventi. Su 224 chilometri in totale della linea ferroviaria ben 98 sarebbero sottoposti ad un robusto restyling. Il progetto necessario, che comprende 98 km, riguarda la creazione di nuovi binari e incroci ferroviari, adeguamento delle gallerie e rinnovo delle stazioni. Non c’è però ancora nessuna comunicazione da parte di Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia, ma dell’eventualità se n’è parlato in una riunione che si è svolta alla Regione tra i comitati pendolari, i dirigenti del Dipartimento Trasporti, l’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità Marco Falcone, le associazioni dei consumatori, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia.

Proprio per questo il deputato regionale di Forza Italia, Tommaso Calderone, ha presentato un’interpellanza all’ARS per chiedere maggiori dettagli. Le perplessità riguardano però il periodo di riferimento che interesserebbe la stagione estiva. Investimenti per riqualificare il territorio e offrire servizi di pubblica utilità sono indispensabili per competere con Regioni più sviluppate. Fermo restando l’importanza dei lavori, ritengo se non sia il caso di aprire i cantieri dopo le vacanze estive, per non ledere economicamente un territorio dalla spiccata vocazione turistica, che inevitabilmente subirebbe un contraccolpo dell’indotto”, riferisce Calderone.

“Penso a zone come Patti, Tindari, Villa Romana, Gioiosa Marea, Brolo, Capo d’Orlando, Torrenova e Sant’Agata di Militello – continua il Deputato – che con la tratta ferroviaria interrotta, dovrebbero offrire servizi sostitutivi, con l’auspicio che il disagio termini in tempi celeri. Chiedo al Governo Regionale e all’Assessore al ramo – conclude il Parlamentare – qualora la notizia dei lavori nel periodo di alta stagione fosse confermata, di valutare uno spostamento ai mesi autunnali o invernali, per non compromettere un periodo atteso dall’economia locale, a cominciare dalle strutture ricettive, balneari e della ristorazione”.

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