A Messina rischiano la chiusura cinque uffici postali

di Redazione
07/10/2019

Poste Italiane sta organizzando un nuovo piano di razionalizzazione della spesa, che si tradurrà nella chiusura di una trentina di sportelli in tutta Italia, quattordici dei quali in Sicilia. In particolare, nell’Isola la chiusura degli sportelli verrà ripartita nel seguente modo: cinque a Messina, cinque a Palermo, due a Catania e due a Siracusa. Insomma, non solo quasi la metà delle chiusure a livello nazionale interesserà la sola Sicilia, ma circa un sesto di queste coinvolgerà Messina: sono numeri che ovviamente destano preoccupazione in un’area caratterizzata da elevate sacche di disoccupazione.

Sulla vicenda è intervenuto il deputato regionale in quota Pd Franco De Domenico, il quale ha indirizzato un’interrogazione scritta al governo regionale affinché si mobiliti concretamente per scongiurare uno scenario di questo tipo.

Riteniamo che il disimpegno di Poste Italiane sia inaccettabile in una realtà territoriale nella quale il lavoro costituisce una vera e propria emergenza, – dichiara De Domenico – per di più da parte di un soggetto nella sostanza pubblico, con risultati di bilancio che neanche le banche private possono vantare. Una tale emergenza nel Meridione impone alle imprese pubbliche una responsabilità sociale diversa e casomai il dovere di sopperire alla carenze occupazionali, no di proporre tagli, a maggior ragione laddove si tratti di un’impresa che nuota negli utili.

Il servizio postale universale è affidato a Poste Italiane che, in base a quanto stabilito dal contratto di servizio, è tenuta a garantire l’erogazione della prestazione ‘su tutto il territorio nazionale’ al fine di assicurare, ‘senza alcuna discriminazione’, la ‘coesione sociale’, per cui la chiusura degli sportelli sottrae un presidio essenziale per l’erogazione del servizio universale, che non si articola solo nella consegna della posta, ma anche attraverso una rete capillare di sportelli che erogano servizi soprattutto di accettazione postale, utilizzati in prevalenza nelle periferie dalle fasce più deboli della popolazione”. 

 “Abbiamo interrogato, pertanto – conclude De Domenico – l’assessore Antonio Scavone, affinché si adoperi per evitare l’ennesimo ridimensionamento operativo nella nostra città di una grande azienda, che rappresenta, inoltre, un grave danno sociale, in un contesto territoriale già caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione”.

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