Agricoltura, Caleca punta su rilancio della Banca della terra

di Salvo Lapietra
05/02/2015

Semplificare l’iter amministrativo della legge sulla «Banca della terra» per accelerare l’assegnazione dei terreni pubblici abbandonati ai giovani imprenditori e creare nuovi posti di lavoro. È un progetto ambizioso quello dell’assessore all’Agricoltura, Nino Caleca, che nella bozza della Finanziaria scritta dal governo, ha fatto inserire una norma in cui è previsto che la giunta regionale, per rendere attuativa la legge approvata a gennaio, non dovrà più emanare un regolamento ma delle semplici «linee guida, che renderanno più snello il procedimento e la relativa fruizione dei beni inseriti».
Un percorso, quello della «banca della terra», che richiama la Riforma agraria dei primi anni Cinquanta, quando migliaia di ettari di terra furono espropriati ai latifondisti dai primi governi autonomisti per essere «girati» ai poveri braccianti che erano attanagliati dalla crisi post bellica. Peccato, però che, a distanza di 65 anni, gran parte delle aree oggetto della riforma agraria, non risultano ancora riscattate dagli assegnatari e in alcuni casi hanno perfino perso la destinazione agricola e sono diventate edificabili o utilizzabili come cave.
La Finanziaria di gennaio prevede che la Regione entro due anni dovrà inserire nella «Banca della terra» tutti quegli appezzamenti dell’Esa, l’Ente sviluppo agricolo, del demanio e dei Comuni che dopo tanti anni non sono ancora utilizzati. Secondo le stime dell’assessorato sono circa 50 mila gli ettari da assegnare in capo all’Azienda foreste e tra 20 e 30 mila quelli in forza all’Esa. A questi, bisogna aggiungere i beni abbandonati che appartengono ai Comuni e persino alla Curia, per i quali è in corso la ricognizione della Regione.
La Banca della terra dovrà essere una sorta di vetrina, insomma, per vendere, dare in concessione o in affitto queste terre. Ma approvata la legge, la giunta non ha ancora emanato il regolamento attuativo necessario, per dettare le modalità e i prezzi di concessione. L’assessore Caleca pigia, dunque, sull’acceleratore: «Per non aspettare l’esame della Finanziaria di aprile, ho già inviato in giunta le linee guida, che saranno discusse nella prossima riunione, in maniera tale da rendere attuativa la legge, fare i bandi e assegnare le terre agli imprenditori. Stiamo procedendo a fare il censimento delle terre e abbiamo già individuato in provincia di Palermo 4 mila e 400 ettari di terreni non ancora utilizzati, che potrebbero essere concessi ai giovani a titolo gratuito o pagando un canone basso. Il mio desiderio è di far uscire il primo bando entro marzo». Obiettivo di Caleca è anche quello «di coinvolgere i sindaci della Sicilia occidentale e orientale, per fare in modo che anche loro possano emettere bandi per le terre comunali».
La norma che istituisce la «banca della terra di Sicilia» prevede una serie di finalità «a favore di imprenditori agricoli e giovani che intendano in forma singola o associata valorizzare i terreni attraverso progetti di sviluppo innovativi». «Il mio scopo – aggiunge Caleca – è individuare queste terre, in maniera tale che gli imprenditori le possano sfruttare con il nuovo Piano di sviluppo rurale, la nuova programmazione comunitaria. Sarà un grande lancio per creare centinaia di posti di lavoro». Le terre saranno concesse agli imprenditori che non abbiamo superato i 40 anni: verranno presentati dei progetti e l’assessorato selezionerà quelli più innovativi. A sostenere il piano regionale è anche il commissario straordinario dell’Esa, Francesco Calanna: «Significherebbe fare una riforma seria e forte che, visto il ritorno di questi anni al settore agricolo, potrebbe far aumentare in maniera esponenziale l’occupazione siciliana».
E ieri l’assessore Caleca ha firmato il nuovo «prezziario regionale per le opere e gli investimenti nelle aziende agricole e forestali». Il vecchio risaliva al febbraio 2009.

Articolo di Giuseppina Varsalona per il Giornale di Sicilia
www.gds.it

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