Agroalimentare: industria agrumi, no aumento succo in aranciate

di Salvo Lapietra
07/04/2015

L’aumento dal 12% al 20% della quota minima di succo di arancia nelle bibite «aranciate» prodotte in Italia «rischia di causare un danno irreversibile all’industria del settore considerato che all’estero, anche nei paesi intra Ue, la quota minima e’ del 10 per cento». Lo sotiene il Consorzio italiano industrie di trasformazione agrumi (Citrag) con sede a Giammoro (Messina), che ha scritto al governo nazionale e a quello regionale siciliano per chiedere che la disposizione sia rivista. Secondo il Citrag, incrementare la quota di succo causerebbe in Italia «un aumento dei costi che aiuterebbe le imprese straniere e spingerebbe le multinazionali che hanno sede in Italia a ridimensionare la loro presenza».
Secondo gli industriali, concentrati in Sicilia e Calabria, la norma, contenuta in una legge dello scorso anno, invece di agevolare il settore dell’agrumicoltura sarebbe un «boomerang» che metterebbe in crisi la filiera, dalla produzione alla trasformazione e alla commercializzazione.
Oltre alle questioni legate alla concorrenza straniera, che puo’ imbottigliare fuori dall’Ue aranciata con solo il 3% di succo, si pone il problema, secondo il Citrag, della quantita’ di arance necessarie per convertire l’attuale consumo di «aranciate» dal 12% attuale al 20%. «Un quantitativo che in Italia non e’ disponibile», sotengono gli industriali, secondo cui il 98% delle `aranciate´ italiane viene prodotto esclusivamente con succo di arance a polpa bionda perche’ quelle a polpa rossa (varieta’ `Tarocco´, `Moro´, `Sanguigno´ e `Sanguinello´), non possono essere utilizzate per la produzione di bibite ma soltanto per succhi 100% bevibili. Le varieta’ bionde coltivate in Italia sono `Navel´, `Navelino´, `Biondo Comune´ e pochissime quantita’ di `Valencia´ e `Ovale Calabrese´. Vengono destinate alla trasformazione industriale solamente quelle non idonee, per dimensione, forma e colore, a essere avviate al mercato del fresco.
Per l’attuale produzione di circa 500 milioni di litri di «aranciata» venduta in Italia con il 12% di succo di arancia occorrono circa 60 milioni di litri di succo ovvero 150 milioni di chilidi arance bionde. Se le bevande prodotte in Italia dovessero contenere il 20% di succo di arancia, servirebbero circa 100 milioni di litri di succo equivalenti a 250 milioni di chili di arance bionde. «Quantita’ che in Italia non esiste», afferma il Citrag, rilevando che «pertanto le industrie di bibite sarebbero costrette a comprare il succo di arancia all’estero (Spagna, Marocco, Turchia, Israele, Grecia, Brasile)».

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