Alla Ferrero non interessano le nocciole dei Nebrodi

di Salvo Lapietra
17/08/2015

Le nocciole dei Nebrodi non sono in linea con gli standard della Ferrero e dunque non interessano alla multinazionale. Lo ha detto il presidente della Ferrero Francesco Fulci che nei giorni scorsi è stato in visita a Villa Piccolo di Capo d’Orlando. «Qualche anno fa – ha detto l’ex ambasciatore italiano all’Onu, oggi presidente dalla multinazionale alimentare – avviammo una discussione di questo tipo proprio con un importante produttore di questo territorio. I campioni di nocciole che portammo ad Alba, però, risultarono per il 70 per cento guasti a causa della cimice che colpisce i noccioleti, quindi amare per la trasformazione nei prodotti del gruppo: noi puntiamo alle eccellenze». «Quindi – conclude Fulci – considero impossibile che si possano usare produzioni di questo territorio. A meno che non si pensi di avviare nuove coltivazioni tenendo presente che per avviare un noccioleto servono dai 6 agli 8 anni».

«In effetti le colture dei Nebrodi hanno avuto un momento di difficoltà – replica il commissario dell’Ente di Sviluppo Agricolo regionale, Francesco Calanna – però le infestazioni sono state debellate da qualche anno. Infatti, in questo momento il prezzo del prodotto è lievitato di tre volte rispetto al passato quando un quintale di nocciole costava appena 200 euro. La qualità sta quindi crescendo anche se ovviamente serve fare sistema per essere competitivi e pensare di potersi affacciare alle forniture richieste da colossi alimentari come la Ferrero o altre aziende che vendono all’estero. Per esempio in zona c’è un’altra importante ditta interessata al prodotto, purchè coltivato in maniera biologica». Il futuro, quindi, potrebbe passare attraverso il contratto di filiera che il Gal Nebrodi sta avviando in queste settimane. In quel modo si darebbe organicità alle produzioni sfruttando le opportunità dei bandi europei.

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