Anno nuovo, vecchie abitudini: avete già una lista di buoni propositi?

di Redazione
01/01/2020

L’inizio di un nuovo anno è sempre il momento ideale per i buoni propositi: ma formularli serve a qualcosa? E come fare per mantenerli?

Spesso sono destinati a fallire, ma chi li fa ha 10 volte più probabilità di raggiungere i propri obiettivi di chi non ci prova neanche con il pensiero. Ogni anno circa il 40% degli adulti formula almeno un proposito di cambiamento. Perdere peso è il più comune, seguono: fare regolare esercizio fisico, smettere di fumare, organizzarsi meglio, spendere meno, godersi di più la vita e imparare qualcosa di nuovo. Per più della metà delle persone, questi sogni restano solo sulla carta, ma vale comunque la pena di dichiarare a se stessi le proprie intenzioni.

VITA NUOVA. La prova che i buoni propositi sono utili viene da uno studio dell’Università di Scranton (Usa) in cui un campione di persone è stato seguito per sei mesi attraverso interviste telefoniche: la metà dei partecipanti aveva espresso buoni propositi per il nuovo anno mentre la restante parte, pur avendo individuato un comportamento problematico che desiderava cambiare, non stava seriamente pensando di impegnarsi per questo.

Dopo sei mesi, il 46% delle persone che aveva preso la decisione di migliorare un aspetto della sua vita stava ancora andando forte nel perseguire i propri obiettivi, mentre solo il 4% di chi si limitava a desiderare di migliorare aveva realmente cambiato comportamento. A determinare il successo è soprattutto la fiducia nella propria capacità di cambiare e di mantenere i risultati. Invece, l’autocommiserazione espone al fallimento, così come pensare che una cosa accadrà solo perché la si desidera. Ma come si fa a fare funzionare i propri buoni propositi?

La forza di volontà è una risorsa limitata: se la stiamo esercitando in un’area della vita (per esempio, stiamo lavorando molto più del solito), non è il momento adatto per metterla alla prova su altri fronti (per esempio, iniziando una dieta ferrea). Quindi, è meglio porsi obiettivi realistici e sostenibili per non restare delusi. Inoltre, l’autocontrollo può essere allenato con propositi poco impegnativi, aumentando per gradi il livello di difficoltà (per esempio, imporsi di fare sempre le scale per poi decidere di iscriversi in palestra).

Utile anche essere precisi: quando le persone fissano un programma dettagliato su ciò che intendono fare hanno una probabilità tre volte superiore di portare avanti i loro obiettivi. In più, serve comunicare agli altri i propri propositi: si è motivati a tener fede a ciò che si è detto per non apparire inaffidabili. Il primo periodo è il più critico, se si tiene duro il gioco è fatto. Alcune ricerche mostrano che per creare una nuova abitudine occorrono in media 66 giorni. Superata questa soglia a gettare la spugna è solo il 4%. Significa che dopo un po’ il nuovo comportamento non costa più fatica.

Margherita Zannoni

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