Antimafia: presentata direttiva che disciplina le concessioni demaniali per uso agricolo

di Salvo Lapietra
05/06/2015

Prosegue l’impegno per la legalità nel territorio dei Nebrodi. E’ stata presentata stamane presso il Palazzo del Governo di Messina la direttiva relativa alla disciplina delle concessioni per le aree demaniali di uso agricolo, per consentire agli agricoltori ed agli allevatori onesti di avere priorità nell’accesso agli affitti dei terreni e contrastare le infiltrazioni mafiose.
L’iniziativa, svoltasi in Prefettura ed illustrata dall’assessore regionale all’Agricoltura Nino Caleca, con il presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci ed il Commissario dell’ESA Francesco Calanna alla presenza di tutte le forze di polizia, è la naturale prosecuzione del protocollo di legalità sottoscritto nel mese di marzo, contenente le linee guida per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni e rafforzare lo scambio di informazioni per garantire la correttezza, la trasparenza e l’efficacia dell’azione amministrativa.
Si passa adesso ad una fase successiva con la direttiva presentata oggi dall’Assessore Caleca e che, nel preminente interesse pubblico al libero esercizio dell’attività imprenditoriale nel settore agro-silvo-pastorale, prevede una particolare attenzione in aiuto degli imprenditori agricoli e degli allevatori onesti.
Si tratta di una concreta evoluzione degli strumenti per contrastare la criminalità organizzata nel settore dell’agricoltura e monitorare consistenti flussi di denaro, a tutela dell’economia legale, consentendo di fatto di beneficiare delle misure agro ambientali previste nel PSR con la sottoscrizione di impegni poliennali completi di interventi finalizzati a potenziare i controlli antimafia.
Soddisfazione per il proseguimento dell’azione di tutela e legalità espressa dal presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, il quale ritiene “che il vero sviluppo sostenibile deve passare attraverso la tutela degli allevatori e degli agricoltori onesti, tenendo fuori dai contributi pubblici quanti non in regola con la certificazione antimafia”.

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