Barcellona, scoperto traffico illecito di rifiuti tra Sicilia e Campania

di Salvo Lapietra
15/09/2016

Barcellona Pozzo di Gotto. Un traffico illecito di oltre 15 mila tonnellate di rifiuti sull’asse Campania-Sicilia, con un giro d’affari di 1,5 milioni di euro, avvenuto nei primi mesi del 2011, periodo in cui era in corso l’emergenza rifiuti campana, è stato scoperto dalla Guardia di finanza.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina e condotte dai finanzieri della Tenenza di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), hanno consentito di accertare che la spazzatura non poteva essere trasferita nella discarica siciliana di Mazzarrà Sant’Andrea (Messina), perché, come dimostrato dalle analisi effettuate dall’Arpa provinciale, non era stata sottoposta alla necessaria biostabilizzazione aerobica, come previsto dal codice dell’ambiente e richiesto per l’ammissibilità dei rifiuti in discarica.
Per il trasporto dei rifiuti solidi urbani indifferenziati di Tufino e Giugliano, nel Napoletano, sono stati utilizzati 600 autocompattatori e in un caso le Fiamme gialle hanno accertato che in un solo giorno erano state conferite quasi novecento tonnellate di immondizia con 32 automezzi.

La Procura di Messina nei mesi scorsi ha disposto la richiesta di rinvio a giudizio per due rappresentanti legali di società di gestione e di trasporto operanti nel settore dello smaltimento rifiuti solidi urbani di Tufino e Giugliano e un amministratore pro tempore della Tirrenoambiente spa, società che gestiva la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. L’operazione, denominata “Rifiuti lontani”, ha permesso di accertare per trasportare fraudolentemente i rifiuti non adeguatamente trasformati, aggirando i necessari accordi tra le Regioni interessate, gli indagati ne avevano occultato la reale natura, attribuendo un diverso “codice rifiuto”, per il quale la normativa di riferimento prevede regole di trasporto differenti.

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