Capo d’Orlando, Micale: “La gestione dei rifiuti influisce sui bilanci del Comune”

di Erika Atzori
26/06/2018

La gestione dei rifiuti a Capo d’Orlando è un argomento complesso che ha mille sfumature e mille punti di analisi, per questo è necessario parlare di sistema. Ad esprimersi su dichiarazioni e posizioni in merito alla vicenda, è il consigliere d’opposizione Alessio Micale (nella foto) che chiarisce le motivazioni per le quali la gestione del servizio sarebbe così onerosa per i cittadini e quanto questa impatti con la situazione finanziaria del comune.

Qual è la connessione fra la situazione finanziaria del comune e la gestione del servizio rifiuti?
“Da quando sono consigliere, la gestione dei rifiuti è sempre stata motivo di contrasto fra maggioranza ed opposizione. L’argomento è, non solo rilevante ma anche strettamente connesso ai bilanci dell’Ente, da tempo in sofferenza finanziaria preoccupante, che per questo meriterebbe controllo adeguato e terzo, ad esclusiva tutela dei cittadini. Attualmente – afferma il consigliere Micale -, non ci sono detrazioni per gli utenti virtuosi, non viene applicata la tariffazione puntuale; non sono stati realizzati tutti gli adempimenti previsti nel progetto e non si è avuto accesso ai finanziamenti per migliorare l’isola ecologica. In più, non è stato realizzato l’ufficio intersettoriale, pur avendo incassato come minoranza il voto favorevole da parte della maggioranza e non sono consegnate le compostiere”.

Lei ha analizzato i dati forniti dall’ISPRA. Cosa ne emerge?
Analizzando le specifiche fornite dall’ISPRA nella sua relazione annuale sui rifiuti, realizzata per conto del Ministero dell’Ambiente, comparando i dati, ho rilevato costi molto più alti rispetto alla media regionale, che non sono diminuiti nel tempo.  In più, attualmente il servizio è stato assegnato con una gara che ha visto un unico partecipante. Nel passaggio da ATO ad ARO, tramite affidamenti diretti, senza gara. Di fatto un’assenza di concorrenza che bene non è visto che in un sistema concorrenziale, in genere, la competizione fra imprese, induce una discesa dei prezzi a parità di servizi, cosa quindi non avvenuta nel nostro comune”.

La gestione dei rifiuti così per com’è oggi, “conviene” in termini monetari al comune di Capo d’Orlando?
“A Capo d’Orlando si pagano complessivamente circa 3.850.000 euro (dati 2017) dai quali sono già sottratti i ricavi che provengono dal differenziato, circa 127.000. Gli altri costi comprendono la raccolta Rsu, lo spazzamento, il trasporto in discarica, quello del trasporto e della lavorazione in piattaforma dove si migliora il rifiuto differenziato – certo necessario ma che supera abbondantemente il ricavo dalla vendita del differenziato -, il recupero di biodegradabili, l’umido e il costo per lo smaltimento dell’indifferenziata. Se a ciò aggiungiamo che il nostro non è un paese propriamente virtuoso in quanto la percentuale di differenziato a Capo d’Orlando supera il 50% (ma questo accade da poco), si comprende che il sistema non sembra equo e oliato e vede una notevole discrepanza tra gli immobili censiti in catasto e le utenze tari. Questa situazione aumenta naturalmente il costo in bolletta tra le utenze censite anche se oggi gli uffici comunali stanno lavorando per allargare la piattaforma e aumentano le richieste per regolarizzare la propria posizione. Nel frattempo, purtroppo, sono aumentati i lanci di sacchetti e le minidiscariche a cielo aperto”.

Quindi, se volessimo spiegare in estrema sintesi a chi sono attribuibili i costi elevati della gestione rifiuti?
“Semplificando al massimo, i costi elevati sono attribuibili, in termini diretti alle richieste di servizi che ha fatto il Comune e che magari altri comuni non hanno presentato, alle carenze nell’impiantistica per i trattamenti dei rifiuti (responsabilità certamente regionale e nazionale) e naturalmente in termini indiretti, anche ad una limitata concorrenza”.

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