Castel di Lucio, piovono orribili auspici per un caso di omonimia

di Giuseppe Salerno
11/10/2018

“…hai tolto la vita ad una persona dovresti vivere il resto della tua vita a testa bassa, vergognatiiiii… ”  “…hai sbagliato…la devi pagare…” e ancora “Speriamo solo che gli uomini d’onore in carcere ti accolgano bene!”  Questi sono solo alcuni dei tantissimi messaggi, con cui diversi utenti di Facebook augurano le peggiori cose, che possono accadere ad una persona dentro un carcere, a Santo Salerno (nella foto), un giovane ragazzo di 23 anni di Castel di Lucio, conosciuto in buona parte dell’Isola per le sue eccezionali doti calcistiche. Insulti, attacchi e offese a cui Santo non riusciva, appena svegliatosi e collegatosi sulla sua pagina Facebook, a dare una spiegazione. Non riusciva a comprendere cosa stesse succedendo sul suo profilo del social e sull’applicativo di messaggistica istantanea Messanger, dove la mattina e solito leggere messaggi di complimenti per le prestazioni calcistiche.

Rimane esterrefatto e turbato, ma, mai e poi mai, il giovane bomber, si sarebbe aspettato di trovarsi davanti ad un caso di omonimia. Proprio così, un caso di omonimia. Il fatto di avere lo stesso nome e cognome e, addirittura, la medesima età, di un altro ragazzo, balzato alla cronaca per una drammatica vicenda legata ad un presunto caso di omicidio stradale, lo ha colto di sorpresa riservandogli un traumatico risveglio. Santo Salerno, di 23 anni, si chiama anche il figlio di un vigile urbano di Siracusa località in cui, il 21 aprile di 2 anni fa, pare essere stato responsabile di un incidente stradale in cui perse la vita un 15enne.

Il servizio de Le Iene, andato in onda ieri sera, in una ricostruzione cruda e senza sconti, dell’inviata Nina Palmieri che, con l’ausilio di documenti verbali, ripercorre la vicenda dal drammatico incidente alla sua tragica conclusione, puntando le attenzioni su quelli che sarebbero stati errori o presunte omissioni commesse dagli agenti della Polizia Municipale di Siracusa, ha suscitato l’indignazione di tanti telespettatori ai quali è apparso evidente che i rilievi dei Vigili Urbani, sul luogo dell’incidente, sono stati molto lacunosi, assaliti dal sospetto che potevano essere viziati per via dell’influenza del padre di Santo (il 23enne siracusano accusato di omicidio stradale) dirigente in forza al comando di Polizia Municipale siracusana.

Il fatto che il giovane, omonimo del talentuoso calciatore, attaccante della Castelluccese, avrebbe causato l’incidente alla guida di un’auto senza assicurazione, e che dopo il disastro non sia stato sottoposto, da parte dei vigili urbani, ad alcun alcun test e, addirittura, non gli viene ritirata nemmeno la patente, insospettisce ed indigna diversi telespettatori del programma televisivo “Le Iene”  i quali si mettono subito alla ricerca del Santo, presunto omicida, sul celebre social Facebook per insultarlo, offenderlo, oltraggiarlo.

Il motore di ricerca di Facebook porta i telespettatori, con l’irrefrenabile voglia di manifestare apertamente il proprio stato d’animo e i propri sentimenti di astio nei confronti del responsabile dell’incidente in cui perse la vita il 15enne, sulla pagina del Santo Salerno sbagliato il quale, ignaro di tutto, impressionato dalle pesanti imputazioni e dagli orribili auspici, riflettendo in veste di calciatore, professione in cui qualche volta capita di ricevere offese gratuite da parte di tifosi delusi, si sarà per qualche ora scervellato chiedendosi: “ma in quale cazzo di partita è successo…? Quale gol ho sbagliato per meritare, addirittura, la galera?”

 

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