Ceraolo: “Nessuna indagine a mio carico, attacchi strumentali”

di Redazione
10/10/2019

L’ex dirigente della Polizia di Stato, Mario Ceraolo, dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa di Giuseppe Antoci, riguardo un indagine a suo carico per per falsa testimonianza alla Commissione Antimafia regionale, ha inviato un comunicato stampa in cui replica all’ex Presidente del Parco dei Nebrodi. Le conclusioni a cui è giunta la Commissione antimafia dell’ARS non sono state condivise da Antoci, secondo il quale non c’è alcun dubbio che ci fosse la mafia dietro il suo agguato. Così prima Antoci ha risposto a Claudio Fava, presidente della Commissione, in seguito contro Ceraolo, che ha deciso di replicare.

“Apprendo da notizie stampa, pubblicate senza le doverose verifiche e in assenza di repliche, che il signor Antoci e l’avvocato, dichiaratosi difensore del dott. Manganaro ed altri, hanno affermato l’esistenza di un’indagine a mio carico presso la Procura della Repubblica di Messina, per il reato di “falsa testimonianza al p.m.” in relazione alle dichiarazioni da me rese ai magistrati due anni e mezzo fa in merito alla vicenda Antoci, nella qualità di Vice Questore della Polizia di Stato Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barcellona P.G. Da apposita certificazione agli atti della Commissione Regionale Antimafia non risulta che in merito io sia indagato dalla Procura di Messina, né che sia stata mai avviata d’iniziativa una indagine nei miei confronti pur trattandosi di reato procedibile d’ufficio. Debbo rilevare che il sig. Antoci ed il dott. Manganaro, tramite il suo legale, rivolgono strumentali attacchi nei miei confronti, nonostante le conclusioni cui è pervenuta la Commissione Regionale Antimafia siano basate, oltre che su di un articolato compendio di atti giudiziari, su numerose audizioni in grado di fornire un oggettivo contributo alla verità; ma in merito a detti elementi, che, secondo quanto emerge dalla relazione, li smentiscono su più circostanze, i due hanno ritenuto di non soffermarsi. Così come nulla dicono in merito ai “dubbi” e alle “anomalie” cui fa riferimento, davanti alla Commissione Regionale Antimafia, il Questore pro tempore in relazione a quanto accaduto il 18 maggio 2016 e nel corso delle indagini. Il dott. Manganaro – smentito su varie dirimenti circostanze dal Sindaco Calì, dal Maresciallo Lo Porto, dagli agenti della scorta e dal suo autista, dai Questori Finocchiaro e Cucchiara – è, addirittura, giunto al punto di smentirsi da solo allorquando, al solo scopo di diffamarmi davanti alla Commissione Antimafia, ha negato specifiche circostanze, dimenticandosi di averle già ammesse davanti ai Pubblici Ministeri due anni prima. Così come il sig. Antoci (ed è solo una tra le tante) mi attribuisce di aver fatto pressioni su di un giornalista, “con in mano alcuni esposti anonimi”, per pubblicare un articolo che ponesse dubbi sull’attentato, ma viene smentito davanti alla Commissione dallo stesso giornalista. La mafia si contrasta innanzitutto con la verità. Per me parla la lunga storia di concreta e coraggiosa lotta alla mafia comprovata dagli straordinari risultati che ho conseguito”.

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Alleghiamo qui il certificato della Procura di Messina che attesta, a differenza di ciò che afferma il dott. Ceraolo, che risulta indagato. 

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