Comune di Troina ammesso come parte civile in un processo per stalking

di Redazione
20/04/2018

Il Comune di Troina è stato ammesso come parte civile in un processo per stalking. E’ stato sancito, con un’ordinanza senza altri precedenti, dal giudice Francesco Paolo Pitarresi del Tribunale di Enna. Infatti, è la prima volta in Italia che si ha la costituzione di un comune come parte civile in un processo per stalking, il comune di Troina è il luogo dove, attualmente, risiede la vittima del reato.

È stato lo studio legale “Timpanaro & Partners” di Nicosia, esperto in diritto di famiglia e diritto penale della famiglia, che ha portato all’attenzione dei giudici una originalissima fattispecie, mai affrontata prima dalla giurisprudenza. Nello specifico, in un processo per stalking ai danni di M.F., cittadina residente in Troina, il Comune, difeso dall’avvocato Salvatore Timpanaro, ha chiesto ed ottenuto l’ammissione della costituzione di parte civile contro F.I., imputato di stalking.

La Procura ennese ha contestato all’imputato il delitto di atti persecutori, noto come stalking, ai danni della moglie separata per averla pedinata, sia con un investigatore privato, sia mediante l’utilizzo di un’applicazione di geolocalizzazione, abusivamente installata sul telefono della stessa; nonché per averla molestata con continue telefonate, numerosi messaggi e minacciata, ingenerando nella vittima uno stato di ansia e di paura, costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita, dal 2014 sino ad oggi.

La costituzione di parte civile è stata fortemente voluta dal sindaco Sebastiano Fabio Venezia e la sua amministrazione. La richiesta è stata ammessa dal Tribunale di Enna sul presupposto che lo Statuto del Comune di Troina, modificato nel 2014 proprio per volere del sindaco Venezia, ha introdotto tra i suoi principi fondamentali che “l’Ente favorisce l’obiettivo delle pari opportunità tra uomini e donne secondo il principio dell’uguaglianza nella diversità.”

L’avvocato Salvatore Timpanaro, nel corso della sua arringa, ha sottolineato che “il Comune di Troina ed il suo giovane sindaco Sebastiano Fabio Venezia, a capo dell’Amministrazione Comunale, ritengono la costituzione di parte civile nel presente processo un atto politico di grande valore simbolico; atto che vuole testimoniare la condanna ferma di ogni forma di violenza perpetrata sulle donne e la solidarietà della cittadinanza alle donne vittime di violenza di genere, in coerenza con lo statuto comunale e la delibera giuntale adottata sin dal 2013.”

Con la delibera del 14 novembre 2013, su proposta del sindaco, la Giunta municipale di Troina aveva adottato un provvedimento di carattere generale avente come “oggetto: condanna atti di violenza sulle donne e costituzione parte civile del comune in eventuali procedimenti penali riguardanti casi di maltrattamento di cittadine residenti a Troina” con la quale si è deliberato “di far costituire il Comune parte civile nei procedimenti penali relativi a casi di violenza sulle donne residenti a Troina.”

Inoltre, è stata ammessa anche la costituzione di parte civile dell’Associazione onluss “Donneinsieme – Sandra Crescimanno”, rappresentata della presidente Calogera Grasso, presente in dibattimento, difesa dall’avvocato Arianna Pagliazzo del foro di Enna, partner dello Studio Timpanaro.

L’avvocato Timpanaro a margine dell’udienza ha dichiarato “la decisione del Tribunale di Enna, adottata nella sua composizione apicale e più autorevole, da parte del Presidente Dott. Francesco Paolo Pitarresi, è una decisione estremamente innovativa, che riconosce una dimensione pubblica al danno derivante dal reato di stalking. Non risultano precedenti analoghi in materia. I precedenti rinvenuti in giurisprudenza riguardano solo casi di femminicidio come l’ammissione del Comune di Avetrana nel processo di Sara Scazzi o del Comune di Enna nel processo per l’uccisione di Vanessa Scialfa. I comuni purché proclamino principi analoghi a quelli adottati dal Comune di Troina nel suo statuto e nella delibera generale del 2014 potranno, d’ora in poi, costituirsi parte civile nei processi per stalking in difesa delle proprie cittadine vittime di detto odioso delitto.”

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