Dai Nebrodi fino in Russia: il suino nero alla conquista del mondo

di Salvo Lapietra
27/12/2014

Il suino nero dei Nebrodi in giro per il mondo. Parola della Coldiretti. «Consumo in crescita e richieste sempre maggiori. Non solo in Sicilia. Brasile, Russia e Inghilterra i mercati più appetibili, ma richieste anche nel resto dell’Europa». A dirlo è Antonio Manasseri, delegato Giovani Impresa della Coldiretti di Messina, collaboratore della Cooperativa Agrozootecnica Roccaforte di San Fratello (Messina) che «come scelta aziendale alleva esclusivamente il suino nero dei Nebrodi per autoctonia, per qualità eccelsa delle carni, per maggior rusticità dell’allevamento in plein-air».

D’altronde, il suino nero sfrutta appieno il potenziale alimentare del sottobosco, delle radure e fasce perimetrali vivendo nella stragrande maggioranza allo stato completamente libero, soprattutto in mezzo ai boschi delle zone montuose con punte altimetriche dai 400 metri ai 1847 metri del Monte Soro. «Il bosco svolge funzione di protezione degli animali nei confronti delle avversità climatiche. L’alimentazione è formata principalmente da radici, bacche, piante erbacee, e da ghiande».
Ne derivano salame, capocollo, prosciutto, lardo, pancetta, salsicce, porchetta decisamente gustosi e unici. Secondo i dati Anas (associazione nazionale allevatori suini), nel territorio siciliano risultano iscritti al libro genealogico circa 3600 soggetti, di cui 750 scrofe, distribuiti in 45 allevamenti. «La produzione degli insaccati ha assunto nel tempo una pregevole tipicità nella zona dei monti Nebrodi mantenuta grazie alla professionalità acquisita dalle famiglie contadine e dai macellai nella preparazione e nelle fasi di stagionatura influenzata dal microclima dei versanti che favoriscono la coesistenza delle correnti marine temperate e delle correnti fredde provenienti dall’alta montagna».
A confermarlo anche Achille Ribolla, direttore della Coldiretti di Messina. «Siamo molto soddisfatti dei risultati. Tendenza al rialzo nell’ottica della biodiversità di cui la provincia di Messina è all’apice. Prossimo passo sarà rafforzare il Consorzio e legittimarlo, rendendolo operativo a tutto giro, dalla promozione alla diffusione, puntando al binomio Suino Nero-Campagna Amica e FAI (Filiera Agricola Italiana)». In tal senso, indispensabile risulta essere l’associazionismo, spesso «malvisto dalla cultura siciliana. E invece è il motore di tutto», dice Pippo Borrello, presidente del Consorzio del Suino Nero dei Nebrodi che ha sede a Galati Mamertino. «Bisogna sapere investire e fare squadra seguendo il disciplinare». Quello che conta è sempre la qualità. «Il maialino nero ha delle caratteristiche speciali. Colore più scuro e il grasso che non contiene colesterolo. I nutrizionisti lo consigliano in molte diete mediterranee», dice Giuseppe Oriti che con la moglie gestisce l’Azienda Agricola Agrituristica «Il vecchio carro» di Caronia.
«La nostra è una passione che si tramanda da tre generazioni. E qui il menu è tutto esclusivamente a base di suino nero. La nostra specialità è la porchetta cotta nel forno a legna. La carne è tenerissima perché è di lattonzoli (non superiori ai 70 giorni di vita)». Sapore delicato, quindi, e carne morbidissima, poco grassa, condita poi con finocchietto selvatico, rosmarino, sale marino tipici del territorio, per conferire al prodotto l’autenticità dovuta. «Il sapore del suino nero è particolare perché mangia ghiande e foraggi naturali allevati allo stato brado. I siciliani? Impazziscono per le costolette di maialino nero alla griglia e salsiccia arrostita».

Articolo di Rita Vecchio tratto dal Giornale di Sicilia www.gds.it

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