Droga e armi, arrestati dai carabinieri due tortoriciani

di Redazione
06/08/2017

Nella serata di sabato 05 agosto, a Rocca di Capri Leone (ME) i Carabinieri della locale Stazione in collaborazione con personale del Nucleo Operativo della Compagnia di S.Agata di Militello, hanno arrestato, in flagranza di reato, due persone gravate da pregiudizi penali, per produzione, traffico e detenzione illecita di sostanza stupefacente.

 

I carabinieri a conclusione di prolungati ed insistenti servizi di osservazione, pedinamento e controllo localizzavano in una zona rurale, ben occultata dalla fitta vegetazione, una vasta piantagione di cannabis indica composta da circa 80 piante in avanzato stato vegetativo, molte delle quali alte circa due metri e mezzo. L’articolata attività investigativa protrattasi per diversi giorni consentiva di individuare i responsabili, identificati nel 28enne Rosario Galati Massaro e nel 39enne Saro Conti Mica, entrambi residenti nel comune di Tortorici (ME), che nella serata di ieri venivano sorpresi ad irrigare la piantagione.

Già da tempo i militari dell’Arma avevano rilevato anomali movimenti di soggetti che improvvisamente si dileguavano nel nulla inerpicandosi nella campagne circostanti la località Cammà del Comune di Capri Leone. L’impegno e la caparbietà dei Carabinieri veniva ripagato dall’esito della scoperta della piantagione. Sui luoghi i due giovani avevano installato un sistema di irrigazione ben accurato composto dal un reticolo di tubi che permetteva di dare la giusta dose di acqua alle piante nutrite anche con concimi per aumentare la resa nella crescita.

La droga ricavata, immessa sul mercato, avrebbe fruttato diverse decine di migliaia di euro di guadagno. Tale attività è inquadrata nell’ambio dei servizi predisposti dalla Compagnia Carabinieri di S. Agata Militello, al comando del Capitano Fabrizio Macrì, per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga.

Le piante di marijuana venivano estirpate e sottoposte a sequestro, mentre i due giovani, tratti in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica venivano posti in regime di arresti domiciliari presso le rispettive abitazione di residenza in attesa dell’udienza di convalida davanti al Tribunale di Patti.

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