Elezioni Regionali: in Sicilia vince l’astensionismo

di Giuseppe Salerno
06/11/2017

Parte il conto alla rovescia. Tra poche ore i siciliani sapranno il nome del nuovo presidente della Regione e conosceremo i settanta inquilini della nuova Assemblea Regionale Siciliana. Stando a quanto ci hanno raccontato in queste ultime, convulse settimane, da domani dovrebbe cominciare l’era del “cambiamento” per la Sicilia. È questa la parola d’ordine della frammentata campagna elettorale che volge al termine in un’Isola tentata dall’astensionismo di massa; l’affluenza alle urne è stata anche stavolta bassa, da record negativo: il 46,76% degli elettori; ancora meno di quel 47,41 che cinque anni fa portò a Palazzo d’Orleans Rosario Crocetta.

In Sicilia la maggioranza della gente non ha votato, non ha scelto. Se il 53,24 per cento degli elettori siciliani non si è recato alle urne, in alcuni casi per necessità e in moltissimi per scelta, il segnale incontrovertibile di queste elezioni è la totale mancanza di credibilità delle istituzioni, sull’Isola e con ogni probabilità in tutto il Paese. Di autonoma, la nuova giunta siciliana che andrà a governare, avrà solo la scelta del Santo a cui votarsi; i margini per l’azione politica e amministrativa, realisticamente, saranno molto ridotti, se non nulli. Il default per questa tormentata Regione è dietro l’angolo.

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