Ferrero vuole produrre nocciole in Sicilia per la Nutella

di Salvo Lapietra
21/06/2015

Cinquemila ettari di nuove coltivazioni a nocciola della varietà “Tonda di Giffoni” per rifornire la Ferrero che impiegherà le nocciole per la produzione di Nutella. C’è già una bozza di convenzione tra l’azienda fondata nel 1946 ad Alba in provincia di Cuneo e l’assessorato regionale all’Agricoltura ed è già sul tavolo dell’assessore Nino Caleca che dice: «La proposta arriva da un colosso, mi riservo di valutarla con attenzione». Non vi è alcun dubbio, comunque, che il progetto della Ferrero darebbe nuova linfa a una filiera, quella corilicola, in cui il finanziamento di 25 milioni a valere sul programma di sviluppo rurale 2007-2013 ha già consentito di rimettere in condizioni produttive metà dei noccioleti siciliani che si trovano soprattutto nell’area dei Nebrodi e nelle zone dell’Etna, dell’ennese e sulle Madonie, a Polizzi Generosa».

In Sicilia, in totale, vi sono 1.500 produttori ufficiali di nocciole, proprietari di circa 10mila ettari di terreni su cui vengono coltivate una trentina di varietà. «Si tratta – spiega Salvatore Bottari, dell’ispettorato provinciale all’Agricoltura della provincia di Messina – di aziende a conduzione familiare che nell’80% dei casi possiedono meno di cinque ettari di terra. Il 10% dei coltivatori possiede da 10 a 15 ettari, l’altro 10% oltre i trenta ettari. Dei 10mila ettari coltivati 4mila hanno beneficiato dei 25 milioni di contributi dell’ultimo Programma di sviluppo rurale: sono stati realizzati terrazzamenti, potature, canali di raccolta delle acque piovane». In questo contesto il progetto della Ferrero potrebbe aiutare il settore a crescere ancora di più: «L’interesse dell’azienda piemontese – dice Caleca – premia il percorso di crescita della nostra agricoltura. Se la trattativa dovesse chiudersi positivamente entro quest’anno potrebbe partire il progetto».

Una opportunità che arriva in un momento in cui la produzione di nocciole sull’Isola è in una fase di espansione: nel 2014 sono stati prodotti 10mila quintali, venduti comunque quasi esclusivamente sul mercato locale e hanno assicurato un fatturato totale di quattro milioni. Secondo le previsioni nel 2015 il settore dovrebbe crescere ancora. Il fatturato del 2014, grazie alla scarsa produzione della Turchia che è grande concorrente dell’Italia nel settore, ha intanto beneficiato di un prezzo record: 400 euro a quintale a fronte di una media di prezzo che normalmente si aggira attorno ai 150 euro.

E’  anche vero, però, che è necessario intervenire per tutelare il prodotto dal cimiciato e dai ghiri, un roditore (che è una specie protetta): «Il morso del ghiro non rende la nocciola in regola per la commercializzazione – spiega Matteo Florena, storico produttore di nocciole e presidente dell’associazione culturale Nebrodi -. Potrebbe essere utile incrementare la presenza di rapaci nel territorio per ripristinare l’equilibrio biologico. Per debellare il cimiciaio, invece, sarebbe opportuno creare degli antagonisti in laboratorio: la biofabrica di Ramacca, di proprietà dell’Esa, in collaborazione con l’Università di palermo potrebbe agire in questa direzione»

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