Francantonio Genovese condannato per corruzione elettorale

di Salvo Lapietra
01/10/2019

L’ex parlamentare Francantonio Genovese è stato condannato a 4 anni e 2 mesi nel processo ‘Matassa’ scaturito dall’inchiesta condotta dalla Dda di Messina a maggio del 2016. Inflitti 3 anni e 4 mesi all’ex deputato regionale Francesco Rinaldi. La sentenza è arrivata ben oltre la mezzanotte, dopo oltre dieci ore di camera di consiglio.

Genovese e Rinaldi dovevano rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Condannato anche l’ex consigliere comunale Paolo David a 4 anni e 9 mesi, considerato il motore elettorale del duo Rinaldi- Genovese, il gruppo che spostatosi dal Pd ha poi issato su Messina e Provincia la bandiera di Forza Italia. Sono in totale 39 le condanne decise dai giudici della Seconda sezione del tribunale di Messina che hanno disposto anche 6 assoluzioni e 2 prescrizioni. Inoltre i giudici, hanno riconosciuto proprio la sussistenza di tre associazioni e anche quella finalizzata al voto di scambio. Presieduta dal giudice Mario Samperi la seconda sezione penale del tribunale ha condannato a 18 anni anche il boss Camaro Carmelo Ventura. Al medico Giuseppe Picarella inflitti un anno e 6 mesi. L’imprenditore Paolo Siracusano è stato assolto.

La parte dell’inchiesta che riguarda Genovese e Rinaldi si occupa delle ultime campagne elettorali per le elezioni regionali del 2012, delle Politiche del 2013 e delle Amministrative per il rinnovo del consiglio comunale del giugno 2013. Pacchi di pasta, scatole di riso, biglietti da cinquanta euro, buoni-benzina, assunzioni trimestrali in cliniche private convenzionate con la Regione. C’era di tutto nell’inchiesta che ha determinato le condanne documentando un filo diretto che va da presunti “malacarne” come Angelo Perricone, co-pilota nella geografia criminale della città coordinata dal boss di Camaro Carmelo Ventura, che si rapporta poi con Paolo David, ariete e forza d’urto sul territorio dei due “onorevoli cognati”. Perricone curava i servizi d’ordine nei comizi, organizzava cene elettorali per Franco Rinaldi nel territorio e curava le adesioni per “coltivare” la ricerca del consenso. Una attività che appassionava anche l’ex preposto della Banca di Belpasso e poi della Banca di Lodi, Paolo David. Tutti i passaggi dal gruppone del Pd a quello di Forza Italia sono stati coordinati da lui, fino alla “cena- clou” con Berlusconi a Palermo nel 2016.

Le indagini della Squadra mobile, hanno puntato i riflettori anche sui gruppi criminali di Camaro e Santa Lucia sopra Contesse che sarebbero stati in grado di infiltrarsi nelle attività economiche e creare interessi nella politica. I pubblici ministeri Liliana Todaro e Maria Pellegrino avevano chiesto 43 condanne da 1 a 24 anni.

Sotto accusa un intero sistema. Le tecniche per avvicinare i cittadini al voto? Le stesse di trent’anni fa. Si opera in quartieri di degrado sociale, Camaro San Paolo, Giostra, Santa Lucia sopra Contesse, dove il controllo del territorio passa anche dal rapporto con il boss di quartiere che manifesta il suo prestigio attraverso l’intimidazione. Un baratto ancestrale: pacchi di pasta al posto di pacchi di voto; sistemi efficaci quanto imbarazzanti per una democrazia ancora in fasce. Una democrazia fatta da un intercalare colorito di “compari”, strette di mano, pacche sulla spalle che si spostano via via su interessi politici ed economici.  Come la concessione di alcuni servizi del Comune a cooperative amiche, dove figurano gli stessi politici e poi le promesse di incarichi trimestrali, infermiere o altro, in cliniche convenzionate con la Regione. E’ il caso della struttura sanitaria “Aurora” che fa capo all’imprenditore Giuseppe Picarella, che si rivolge a Paolo David e quindi a Francantonio Genovese per incontrare i burocrati regionali. Favori e riconoscenze, ripagate con assunzioni a tempo; tassametri del consenso: tre mesi a “giro”, come nelle giostre, con la promessa di possibile sistemazioni futura.

Nel dettaglio sono stati inflitti ben 18 anni alla boss di Camaro Carmelo Ventura, 11 anni ad Angelo Pernicone e 10 anni e quattro mesi a Giuseppe Pernicone. Un anno e sei mesi al medico Giuseppe Picarella. E ancora Carmelo Bombaci quattro anni e sei mesi, Giuseppe Gabriel Scimone, 15 anni, Francesco Celona sei anni, Giovanni Celona 12 anni, Vincenza Celona 12 anni, Fortunato Cirillo 13 anni e quattro mesi, Francesco Comandè 7 anni, Andrea De Francesco 13 anni quattro mesi, Santi Ferrante 16 anni, Francesco Foti 10 anni, Gaetano Freni sei mesi, Baldassarre Giunti due anni, Mario Giacobbe due anni, Lorenzo Guarnera 13 anni e quattro mesi Paola Guerrera, sei mesi, Antonino Lombardo nove mesi, Salvatore Mangano 13 anni e quattro mesi, Raimondo Messina 17 anni, Massimiliano Milo quattro anni, Rocco Milo quattro anni, Gaetano Nostro, vent’anni, Lorenzo Papale sei mesi, Giuseppe Perrella sei mesi, ad Alfio Perticari, 13 anni quattro mesi, Salvatore Pulio 14 anni e 8 mesi, Rocco Richichi, 6 mesi, Pietro Santapaola tre anni e sei mesi, Francesco Tamburella nove anni, Domenico Trentin 13 anni e quattro mesi, Giovanni Ventura 14 anni e Francesco Zuccarello sei mesi. Hanno ottenuto invece l’assoluzione Giuseppe Barillà, Salvatore Borgia, Orazio Manuguerra, Cristina Picarella, Paolo Siracusano e Fabio Tortorella. Prescrizione per Vittorio Catrimi e Rosario Tamburella.

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