Galati Mamertino, il centro storico a rischio e il Piano regolatore che non c’è

di Salvo Lapietra
28/08/2015

A Galati Mamertino, piccolo centro dei Nebrodi in provincia di Messina, quasi l’80% delle abitazioni del cosiddetto centro storico, sono vuote e spesso in vendita. Parliamo di centro storico come dato di fatto e non in senso giuridico: è in questa fase più corretto parlare di area più antica del paese visto che non c’è un piano regolatore generale (Galati è rimasto tra i pochi a non averlo adottato nonostante siano stati spesi parecchi soldi per studi di fattibilità e così via: uno spreco) e il vecchio piano di fabbricazione che risale agli anni Sessanta identifica il centro storico in un’area molto ristretta limitata a una zona attorno ai ruderi del Castello o poco più. Così questo paese montano negli anni ha assistito a un fenomeno veramente paradossale: un continuo spopolamento (tra morti, calo delle nascite e fuga verso i più comodi paesi della costa oltre che verso altre regioni o l’estero) ma nel contempo l’insediamento urbano si è sviluppato in periferia con nuove e a volte spropositate costruzioni, appartamenti su più piani per anni rimasti solo scheletri in cemento. Insomma l’assenza di un vero e proprio strumento di governo del territorio ha provocato danni incredibili: le nuove costruzioni non hanno migliorato la qualità della vita mentre le vecchie rischiano di crollare miserabilmente. Ma questo, forse, è solo il problema più evidente e di più immediata comprensione. Perché poi ne esistono altri di più gravi e complessi che la macchina pubblica fin qui non ha voluto affrontare. Molte (forse quasi tutte) delle vecchie abitazioni del centro storico messe in vendita non potranno essere mai cedute regolarmente per mancanza di titolo di proprietà: sono state acquistate con scritture private e non sono mai state oggetto di atti di divisioni, volture, e così via. In molti casi, praticamente, si sconosce il vero proprietario. Da qui la difficoltà per il Comune di riscuotere i tributi e altre conseguenze fiscali: è un lavoro enorme che va fatto e che i proprietari spesso si rifiutano di fare perché i costi superano di gran lunga il valore dell’immobile. Così il cane si morde la coda e si va avanti un una condizione di stasi. Ovvio che in queste condizioni, in assenza anche di una politica intelligente di incentivi per le giovani coppie a scegliere il centro storico, il valore del patrimonio urbanistico di questo centro è praticamente pari a zero. Cosa di cui i proprietari (o presunti tali vista la situazione di confusione) non si rendono conto con valutazioni unilateriali per metro quadrato da centro storico metropolitano (tra i 500 e i 700 euro per metro quadrato per immobili interamente da ristrutturare). Una follia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.