Galati Mamertino, la buona amministrazione e il pericolo del familismo amorale

di Salvo Lapietra
20/06/2016

Ora che anche il presidente del consiglio comunale è stato eletto (è Calogero Barone, vicepresidente Flavia Truglio) a Galati Mamertino la nuova maggioranza, si può dire, è a regime. Insediato il consiglio comunale ed eletti anche i vertici, in carica gli assessori. Insomma tutto bene madama la marchesa? Diciamo benino perché  il trionfo elettorale della lista ViviAmo Galati, unica a correre per le elezioni amministrative del 5 giugno, non ha esattamente fatto bene a tutti. A qualcuno la sbronza elettorale ha provocato un rigurgito di arroganza che non fa bene a nessuno, soprattutto a quei cittadini cui in un modo o in un altro è stato chiesto il voto. C’è chi intravede nell’elezione un salto sociale che poco ha a che vedere con la responsabilità di un buon amministratore e chi, invece, intravede la crescita di un potere familiare, di un clan, di un quartiere, di una frazione. Perché, come al solito, c’è la misura di tutto questo in un dibattito asfittico, fatto più di minacce che di impegno. E c’è, come da sempre avviene, la rappresentazione di un certo tipo di familismo, di ossessivo potere del clan che tende a imporre più che a discutere, che tende a ottenere più che a dare. Si faccia da parte il merito e l’impegno sui progetti perché qui c’è da soddisfare l’infinito ergo di alcuni o dei tanti e anche l’intelligenza cede di fronte alla prepotenza dei pochi. Ci si augura, da cittadini, di non essere stati turlupinati dalle promesse di questo o di quello perché domani ritrovarsi ancora con un bluff sarebbe veramente odioso. Ora che tutte le caselle, di una lottizzazione che da queste parti si chiama etnica (se ai galatei tocca qualcosa, qualcos’altro deve toccare ai cittadini di San Basilio come fossero una specie protetta sempre in cerca di riscatto), sono state riempite possiamo ben attenderci una svolta nello stile di questa amministrazione e ci si augura sempre che il sindaco Nino Baglio sia in condizione di fare scelte chiare, nette e nell’interesse di tutti e non di questo o quell’amico che lo ha fortemente sostenuto in campagna elettorale.

Ci sono molte cose di cui discutere. Non dell’incubatore, di cui tanto si è parlato, fino a convincere taluno che è diventato semplice appropriarsene per i propri progetti dopo che altri hanno faticato per farlo diventare un progetto realizzabile e condiviso da tutti. Non del prosciuttificio, che sta nelle mani ferme di chi non vuol mollare mentre i giovani di Galati che pure vorrebbero produrre lì dentro sono costretti a pietire favori e cortesie. Non della trasparenza amministrativa che fa storcere il naso a qualche consigliere neo eletto secondo cui l’amministrazione pubblica è un fatto privato di cui i giornali non devono occuparsi. Ma del Piano regolatore generale, per esempio, di cui non si parla più da anni, di un vero progetto di governo del territorio, di servizi agli anziani, ai disabili, di turismo, guide, organizzazione di eventi, promozione del territorio. Gli assessori e il sindaco non difettano per competenze e il giovane e baldanzoso presidente del consiglio ha la forza e l’età per dimostrare che può dare un impulso serio allo sviluppo. Nell’interesse di tutti battendosi contro il familismo. Che se diventa amorale è una rovina per tutti. Auguri.

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