Grani antichi, sabato convegno a Longi

di Salvo Lapietra
18/01/2016

 Longi. “I grani antichi, una risorsa per il futuro dei Nebrodi; un patrimonio di salute e presidio di biodiversità”. E’ questo il tema del convegno che si terrà sabato 23 gennaio alle 10 a Longi nella sala adiacente L’Antico Mulino a Pietra. All’incontro parteciperanno il sindaco di Longi Alessandro Lazzara, Pietro Faraone che è responsabile dell’Azienda sperimentale dell’Ente di sviluppo agricolo a Villa Piccolo a Capo d’Orlando, Giuseppe Zaffuto dell’Università di Palermo, Giuseppe Li Rosi che è il presidente dell’associazione “Terre frumentarie” , Giuseppe Spitaleri (granicultore e studioso). Le conclusioni sono affidate a Francesco Calanna, commissario dell’Ente di sviluppo agricolo.

I grani duri antichi siciliani o varietà locali di grani siciliani, come è possibile leggere sulla pagina dedicata al tema su Wikipedia, sono una serie di 52 varietà di grani autoctoni della Sicilia, delle 291 presenti in Italia nel 1927: la Sicilia che vantava 52 varietà di grano coltivate, nel 2009 si coltivava una sola varietà per il 50% della sua produzione che è pari a 9,5 milioni di quintali..

Si tratta di “grani per la gran parte scomparsi perché poco adatti ad una coltivazione intensiva con processi meccanizzati e con largo impiego di fertilizzanti. Inoltre, hanno rese per ettaro più basse rispetto le più diffuse coltivazioni di frumento odierne”.

“In Sicilia – si legge ancora su Wikipedia –  da qualche tempo sta nascendo una sensibilità ed un interesse economico per le protezioni di origine di prodotti cerealicoli come per, l’unico prodotto ottenuto da farina di grano duro, il pane DOP (Denominazione di Origine Protetta) denominato: Pane di Dittaino o Pagnotta del Dittaino. Per la sua produzione sono diversi i grani che possono essere usati, questi sono elencati secondo il disciplinare di produzione”.

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