Il “buon Natale” nell’era digitale

di Giuseppe Salerno
25/12/2019

Nell’era delle mail e dei social, ricevere un biglietto di auguri per posta è, ormai, un evento. Gli auguri si mandano con lo smartphone, molto spesso uguali per tutta la rubrica dei contatti. Così come, distrattamente, si inviano, altrettanto, il più delle volte, si leggono. Senza nemmeno rendercene conto, viviamo ed assistiamo, giornalmente, ad un cambio veloce e radicale della comunicazione. E’ una vera e propria rivoluzione antropologica. Un tempo gli auguri di Natale si scrivevano tutti rigorosamente a mano, l’uno diverso dall’altro, su biglietti pure diversi, scelti, accuratamente, nelle cartolerie, che disponevano di una vasta offerta. Cartoline e parole erano studiate per quel preciso destinatario: guai a ripetere un’immagine o una frase.

Tutto è cambiato: non si è mai parlato così poco al telefono come in questa epoca del cellulare nella tasca di ogni persona. Anche gli auguri a voce sono diventati rari. Molto più comodo e veloce un bel messaggio su WhatsApp in modo da evitare, magari, le chiacchiere della zia logorroica, che ci terrebbe mezz’ora al telefono. Non è forse vero? Diciamo la verità: ci riconosciamo tutti, noi compresi, in questi comportamenti. Più aumentano i canali di comunicazione che si avvalgono della Rete, più, paradossalmente, è difficile comunicare.

Quali effetti produrrà ancora il mondo della comunicazione digitale? Anche le fotografie stampate stanno sparendo. Oggi tutti fotografiamo tutto (anche noi stessi, ovunque, con i famosi «selfie») e inviamo subito, in tempo reale, a tutta la cerchia di «amici» o pubblichiamo su social per rivelare dove ci trovavamo in quel preciso momento. Immagini catalogate, spesso, da chi le riceve, nella serie «ma chi se ne importa». Fino a non molti anni fa, si iniziava con l’album delle nozze. Poi si costruivano irripetibili raccolte, fotografia dopo fotografia, in cui si documentava la crescita dei figli e, con essi, della famiglia. E ora? Cartelle di immagini nel disco fisso del pc o in qualche anonima chiavetta, facilmente perdibile.

La tecnologia, però, ha anche i suoi lati positivi. Per molti inguaribili ritardatari è straordinario poter risolvere la pratica degli auguri con dei messaggi all’ultimo momento. Prima, quando inviavamo i biglietti per posta, rischiavamo che arrivassero a destinazione, nella migliore delle ipotesi, tra Natale e Capodanno. Ora, se mandiamo un messaggio su WhatsApp il giorno della Vigilia, possiamo, invece, essere considerati al passo con i tempi. L’ultimo minuto non appare più come una scelta di ripiego: riflette la moda della vita in diretta, tipica dei social.

Un augurio speciale giunga, da questa testata d’informazione, a tutti i nostri lettori. Con un suggerimento: almeno il giorno di Natale, e negli altri di festa, prima di mettervi a tavola, spegnete gli apparecchi elettronici e non lasciatevi distrarre e interrompere dalle notifiche e dai segnali sonori dei messaggi in arrivo. Guardate in faccia chi avete davanti a voi. Sono le vostre persone più care.

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