Incubatore dei Nebrodi, firmata intesa per avviare la gestione

di Salvo Lapietra
28/05/2016

Una superficie di 1.300 metri quadrati, la possibilità di incubare fino a 15 imprese. Sono i numeri dell’incubatore dei Nebrodi, costato quasi due milioni e finanziato con fondi dell’Unione europea, che è stato inaugurato ieri a Galati Mamertino. Ed è solo il primo passo di un progetto su cui il sindaco uscente Bruno Natale ha scommesso parecchio: «Questa struttura un punto di svolta – ha detto – può rappresentare per Galati Mamertino, che ha già una base produttiva interessante nel settore dell’agroalimentare e sorge proprio a fianco del prosciuttificio di suino nero dei Nebrodi». E ieri è stato fissato in primo punto in vista della costituzione dell’organo di gestione dell’incubatore che coinvolgerà tutti i comuni dell’area che vorranno aderire perché la cosa importante, in suesta casi, come ha ribadito il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci «è fare rete, allearsi per il bene comune, facendo tesoro delle differenze di vedute per arrivare alla meta uniti». Una sorta di appello raccolto dai sindaci presenti: la prima firma sul protocollo di intesa che sancisce l’avvio dell’iter che porterà alla costituzione di una governance forte dell’incubatore, è stata quella del sindaco di Capri Leone e deputato regionale di Forza Italia Bernadette Grasso e a seguire hanno firmato anche gli altri sindaci presenti (almeno una decina). Ma il protocollo è stato intanto firmato anche da altri e tra i presenti vi era Umberto La Commare, presidente del Consorzio Arca che fa capo all’Università di Palermo («Questo è il più bello incubatotore che visto finora» ha detto La Commare), vi era Rocco Crimi, presidente della Fondazione che porta il nome del padre Sebastiano e che ha già concretizzato numerose iniziative che premiano il merito e l’impegno degli studenti di Farmacia. Perché il punto è proprio questo: mettere in piedi un alleanza del merito che possa sconfiggere chi quotidianamente è impegnato a cannibbalizzare le risorse pubbliche, le varie mafie che allignano sul territorio, la cultura parassitaria che da sempre impedisce uno sviluppo sostenibile e moderno di quest’area della Sicilia.  L’incubatore, intanto, comincerà a incubare cultura di impresa sana, moderna e innovativa con un lavoro a tappeto tra i ragazzi.

«L’incubatore d’impresa dei Nebrodi – dice Crimi – è un polo d’eccellenza che può e deve  far fiorire progetti di impresa nel settore della cultura scientifica, dell’agroalimentare e della tecnica . La mission dell’incubatore è dunque quella di sviluppare iniziative imprenditoriali innovative consentendo alle idee di crescere in un ambiente protetto, sviluppandosi attraverso un percorso molto preciso che, grazie al supporto di mentori altamente qualificati, consentirà alle start-up di trasformarsi in realtà autonome e competitive sul mercato». Il prossimo passo sarà la firma di un Accordo di programma tra i comuni che fanno parte dell’Area interna e successivamente saranno avviata la fase delle adesioni cui potranno partecipare i privati. Non va dimenticato che, per esempio, sul modello dio quanto accade in altre e più avanzate aree del Paese, sul territorio opera una Cassa rurale che è ben radicata e presente, presieduta da Gino Fabio,  e che ha già avviato un progetto su nuove imprese e start up che sarà presentato nelle prossime settimane. 

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