Indagato il sindaco di Tusa Angelo Tudisca

di Giuseppe Salerno
21/11/2017

Su disposizione del dottor Alessandro Lia, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica del Tribunale di Patti, i Carabinieri della Compagnia di Mistretta hanno notificato cinque avvisi di conclusione indagini preliminari nei confronti di altrettante persone: al sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, al responsabile area tecnica del medesimo comune, Giuseppa Levanto, ad un ex consigliere appartenente al gruppo di maggioranza ed ai due titolari e gestori, di fatto, della ditta Barbera Servizi e Logistica s.r.l.s., con sede a Tusa, che, fino allo scorso mese di marzo, ha avuto in gestione l’appalto per la raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni di Tusa e Motta D’Affermo.

Il sindaco di Tusa Angelo Tudisca

Le accuse nei confronti degli indagati sono abuso d’ufficio, la turbata libertà della scelta del contraente, interruzione di pubblico servizio, per una serie di reati ambientali ed urbanistici.

I reati contestati dalla Procura della Repubblica di Patti, emergono da un’ attività investigativa avviata lo scorso marzo e portata avanti, sul territorio della Valle dell’Halaesa, dai carabinieri della Compagnia di Mistretta, coordinati del capitano Filippo Lo Franco. Nel corso di una serie di sevizi, volti alla prevenzione e repressione di reati in materia ambientale, i militari dell’arma, nella scorsa primavera, fecero accesso nell’area in cui la ditta Barbera Servizi e Logistica s.r.l.s, da circa tre anni e mezzo, gestiva il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani per conto del Comune di Tusa.

L’area in cui operava l’impresa, ricade nella frazione di Castel di Tusa, nella sponda adiacente al greto del fiume Tusa, in prossimità della foce dell’omonimo corso d’acqua, luogo da cui prende il nome la fondazione “Fiumara d’arte” ed in cui sono presenti due importanti monumenti: “la materia poteva non esserci”, l’opera di Pietro Consagra che si sviluppa su due piani, uno bianco ed uno nero e la straordinaria piramide, scultura monumentale dell’artista Mauro Staccioli che si affaccia sulla fiumara e coincidente col trentottesimo parallelo.

A seguito del controllo a carico dei titolari della ditta, vennero contestati numerosi reati ambientali: un’attività di gestione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi non autorizzata, una discarica abusiva di rifiuti ingombranti, rifiuti pericolosi che inquinavano il fiume Tusa a causa dello sversamento, nello stesso, di tutto il percolato prodotto dai rifiuti urbani nei tre anni e mezzo di attività della ditta, attraverso una conduttura sotterranea, creata opportunamente dai titolari, che portava alla foce del fiume e quindi nel mare. Situazione, quest’ultima, che rischiò di compromettere il terzo importante riconoscimento Bandiera Blu comunque assegnato, qualche mese più tardi, al borgo marinaro di Castel di Tusa. Riconoscimento attribuito, oltre che per le peculiarità della costa che si affaccia sul mar Tirreno, per i servizi offerti, misure di sicurezza, per l’educazione ambientale e la qualità delle sue acque di balneazione che accreditano il piccolo borgo marinaro tra le migliori mete balneari Internazionali.

Dai controlli da parte dei militari dell’arma emersero anche presunte violazioni urbanistiche poiché, secondo l’accusa, la ditta che operava da diversi anni sul territorio tusano, non avrebbe chiesto alcuna autorizzazione al Comune per la costruzione di alcuni fabbricati e manufatti, e quelle alla sovrintendenza dei beni culturali, trattandosi di zona soggetta a vincolo paesaggistico.

A seguito delle contestate violazioni ambientali, urbanistiche e paesaggistiche i Carabinieri acquisirono, presso il Comune di Tusa, gli atti relativi all’affidamento del servizio di raccolta rifiuti alla ditta in questione, formalmente di proprietà del fratello di un consigliere comunale di maggioranza, ma di fatto – secondo gli inquirenti – gestita anche da quest’ultimo. Per ben due volte in tempi diversi, emerge ancora dall’indagine, erano state svolte, da parte del sindaco del Comune di Tusa Angelo Tudisca e del responsabile dell’area tecnica, l’ingegnere Giuseppina Levanto, delle licitazioni private ritenute dagli inquirenti in totale violazione delle prescrizioni imposte dalla legge sugli appalti.

L’accusa sostiene che avrebbero di fatto agevolato la ditta di proprietà del fratello di un consigliere di maggioranza, consentendogli di gestire il servizio, economicamente più importante del Comune, dal valore di 24.000 euro più iva al mese, per più di tre anni, per un importo complessivo di circa 950.000 euro, in assenza di qualsivoglia autorizzazione urbanistica, ambientale e paesaggistica.

Il Sindaco in particolare, che secondo l’accusa, facendo ricorso improprio a molteplici ordinanze contingibili ed urgenti, ha affidato reiteratamente tale servizio dichiarando in capo alla ditta il possesso delle autorizzazioni e pareri igienico-sanitari necessari, sarà chiamato a rispondere di abuso d’ufficio.

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