La città di Mistretta “in ginocchio”: la maggioranza consiliare incontra i cittadini

di Giuseppe Salerno
11/06/2017

Il gruppo di opposizione Sosteniamo Mistretta, che nel consiglio comunale amastratino costituisce maggioranza, nella serata di venerdì ha incontrato la cittadinanza. L’incontro, annunciato come conferenza stampa, era stato programmato giorno 31 maggio nell’aula consiliare del comune, rinviato a seguito di un successivo invito diramato del sindaco, Liborio Porracciolo, con il quale invitava la cittadinanza a partecipare, nella medesima giornata, quasi alla stessa ora, ad un altro incontro, presso il palazzo Mastrogiovanni Tasca, in cui il primo cittadino annunciava la trattazione di questioni istituzionali e amministrative.

Per evitare la sovrapposizione dei due eventi, ed agevolare la partecipazione tanto dei cittadini, quanto degli organi di stampa, il gruppo di opposizione annulla la conferenza stampa e partecipa all’incontro con la cittadinanza organizzato dal sindaco. Noi non eravamo presenti, ma abbiamo comunque seguito, in differita, ciascun intervento tramite una registrazione audio. L’appuntamento con i cittadini, più che un incontro per fare il resoconto dell’attività amministrativa, ci è sembrata un’opportunità per giustificare il degrado morale, sociale, urbanistico ed economico in cui versa la città, recitando la parte delle vittime che si sentono bersaglio costante di ingiustizie. Un alibi per ottenere, da chi ascolta, indulgenza, comprensione e protezione. Ovviamente questa è solo un’impressione.

La nostra impressione, che molto da vicino seguiamo da tempo le dinamiche politiche amministrative. La colpa? Secondo quanto manifestato da Porracciolo e dalla sua giunta, la colpa sarebbe “degli altri”. Del gruppo di opposizione consiliare definito “fascista e sfascista che alimenta un clima di terrore”, assecondati da qualche “scribacchino, pennivendolo” che, senz’altro critico nei confronti dell’amministrazione,  pecca nel raccontare fatti che sarebbe meglio se non si sapessero in giro.

Dare la colpa agli altri e alle circostanze è una facile soluzione per evitare di assumersi la propria responsabilità e celare le incapacità. Trovare qualcuno su cui, con le chiacchiere, far ricadere responsabilità serve materialmente a poco, ma può dare la sensazione di aver risolto un problema. Ma non è così. Le chiacchiere servono  solo ad evadere dalla vita di tutti i giorni e ad entrare in contatto con gli altri; servono a comunicare, con parole, preoccupazioni e problemi, a sfogarsi con qualcuno tentando di ridimensionare o alleggerire il peso problema, non di certo ad amministrare un comune. Con le chiacchiere si può improvvisare la difesa di un imputato in tribunale, palesemente colpevole, non amministrare un comune. Si amministra con i fatti e dando risposte e risultati. I fatti dicono che oggi Mistretta versa in condizioni pietose. Condizioni di incertezza che non consentono alle nuove generazioni uno sguardo sereno e pieno di speranza sul loro avvenire e sulla legittima realizzazione di una famiglia. Quella che era definita la capitale dei Nebrodi, ha perso la sua centralità, carisma, prestigio ed a trarne  vantaggio e la vicina città di Santo Stefano di Camastra che, con una buona ed efficace politica ed azione amministrativa, continua a dare segnali di crescita attirando anche investitori mistrettesi.

Ma torniamo alla conferenza stampa di venerdì organizzata dal gruppo Sosteniamo Mistretta, alla quale eravamo presenti. Documenti alla mano, per i quali la consigliera Antoci ha invitato gli astanti a prenderne visione, è stato fatto il punto della situazione amministrativa del comune di Mistretta. Il capogruppo Piero Consolato ha elencato una serie di criticità che attengono a diverse questioni: mancata adozione Bilancio di previsione 2016; pessima gestione rifiuti portata avanti con costosissime ordinanze, a causa della mancata approvazione, da parte dell’Amministrazione comunale, del  piano operativo di intervento; la scottante vicenda dei Fondi Rustici, che tiene con il fiato sospeso gli allevatori locali; tariffa Tari, tra le più costose della Sicilia; debito La Fauci che rischia di mandare in dissesto il comune e la leggerezza con cui è stata e continua ad essere gestita la vicenda da parte dell’organo di governo; bandi disertati, dall’amministrazione, con la mancata presentazione di progetti, malgrado gli stessi siano stati inseriti nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche; finanziamenti ottenuti, ma revocati per inadempienza; città e cimitero sporchi che versano nel totale degrado…  Consolato sottolinea, inoltre, che durante questi tre anni di amministrazione Porracciolo il gruppo consiliare Sosteniamo Mistretta non ha mai fatto nessun ostruzionismo ed imposto nulla con la forza dei numeri.

Stessa affermazione arriva dal presidente del consiglio comunale, Felice Testagrossa, il quale sfida in un dibattito pubblico amministrazione e consiglieri che fanno capo al sindaco Porracciolo definendoli “vittime della loro stessa incapacità”. Testagrossa, nel suo discorso, replica al capogruppo di di “Cambia Mistretta” Franco Scarito il quale, in occasione dell’incontro del 31 maggio scorso ebbe modo di affermare:  “Questa è la legislatura della vergogna. Una situazione come questa non si era mai verificata nella storia politica di questa città dove il confronto oggi non è più politico ma giudiziario”.

“Sto solo cercando di difendermi – dichiara Testagrossa. Stiamo cercando di difenderci dagli attacchi di un sindaco incapace ed arrogante che per primo ha intrapreso un’azione legale nei miei confronti e poi si mostra vittima e bersaglio di comportamenti aggressivi. E’ stato Porracciolo, nel luglio del 2015, a rivolgersi all’Autorità Nazionale Anticorruzione, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti… Quel Porracciolo a cui hai contribuito affinché fosse affidato il Comune di Mistretta che, come se fosse un giocattolo, sta smontando pezzo dopo pezzo. Ciò nonostante – dichiara Testagrossa nella nostra intervista – l’amore che provo per la mia città mi porta superare ogni frizione rimanendo disponibile ad un confronto pubblico pacato e sereno e ad un’apertura atta a unire”.

 

 

 

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