Una carta di intenti tra Comuni per fermare l’erosione costiera

di Davide Di Giorgi
04/04/2017

Urbanizzazione della fascia costiera, prelievo e cementificazione dei corsi d’acqua e proliferazione dei porti turistici. Sono queste le principali cause dell’erosione delle spiagge nella fascia costiera tirrenica della provincia di Messina.

Il rapporto dell’Osservatorio sull’erosione delle spiagge della provincia di Messina, che sarà presentato sabato alla Pinacoteca comunale di Capo d’Orlando, redatto in collaborazione con Legambiente Nebrodi, illustra il fenomeno dell’erosione costiera nel territorio della provincia di Messina, con particolare attenzione al tratto compreso tra il porto di Sant’Agata di Militello e il promontorio del Tindari, e punta il dito contro la politica. 

“Sabato presenteremo una Carta d’intenti – dichiara Enzo Bontempo, presidente di Legambiente Nebrodi, che ha redatto il rapporto con Salvatore Granata, a Nebrodi news – che consegneremo alle amministrazioni locali per cercare di coordinare gli interventi. Fra Santo Stefano di Camastra e Tidari – prosegue Bontempo – è prevista la costruzione di otto porti turistici che sono la causa principale del fenomeno erosivo. Costruiamo porti per promuovere il turismo ma non ci rendiamo conto che hanno impatto devastante sulle spiagge perché i porti alterano l’equilibrio. Il caso del porto di Porto Rosa è emblematico ed è sotto gli occhi di tutti il disastro del lungomare di Sant’Agata. Serviranno interventi razionali per tornare alla normalità”.

“La soluzione del problema erosione – spiega – richiede un approccio razionale ed interventi coerentemente orientati a rimuovere i fattori di squilibrio del bilancio sedimentario delle spiagge; nell’immediato si potrebbe cominciare evitando di inserire nel sistema ulteriori elementi di rigidità. Le Amministrazioni competenti si sono spesso rese responsabili, eseguendoli o consentendoli, di interventi estemporanei e dannosi che sono in contraddizione con le analisi e gli stessi studi in loro possesso. Il rischio concreto di vedere scomparire le spiagge – conclude Bontempo – e di privare dunque i comuni costieri di una straordinaria risorsa, esige una nuova assunzione di responsabilità”.

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