L’etica del giornalismo esiste anche a Mistretta, ditelo al sindaco che non lo sa

di Salvo Lapietra
29/06/2017

Come ormai accade da parecchi mesi il sindaco di Mistretta prova a usare la comunicazione per mettere in cattiva luce questo piccolo giornale. Questa volta lo fa con un comunicato stampa zeppo di ambiguità: dice e non dice, lascia intendere ma non si spinge oltre, vorrebbe dire ma a un certo punto ci ripensa. Un capolavoro da portare nelle scuole di giornalismo, nelle redazioni, nei brogliacci dei carabinieri.

Il punto, sembra di capire, è: chi ha dato le notizie a Nebrodinews?  Perché al sindaco le notizie, a quanto si è capito, danno fastidio. Non vi riproponiamo il suo comunicato:  noi lo abbiamo letto altrove e lì  vi rimandiamo (da tempo replica a noi ma manda i comunicati solo ad altri).

Ci sta simpatico questo sindaco, è un uomo spiritoso, fa dell’ironia e a noi i tipi ironici, veramente, fanno davvero simpatia. Questo comunicato, da vera Iena (nel senso della trasmissione, che ci mette poco a minacciarci con una querela) del giornalismo de noantri,  è il massimo, il culmine.  Al sindaco, magari inconsciamente, piacerebbe zittirci, fare in modo che questo giornale chiuda. Lui, che non conosce la differenza tra un inviato e un corrispondente, vorrebbe finalmente metterci a tacere. Come tutti i politici è tentato dalla via giudiziaria: a chi di professione fa l’avvocato costa veramente poco fare querele in serie, tanto sa bene che questo sistema, quello italiano, non punisce i temerari. Chissà quanto durerà questa pacchia. Ma vogliamo ancora una volta rassicuralo: continueremo a pubblicare le notizie, verificate, vere, incontestabili. Quando pubblichiamo un pezzo facciamo bene attenzione che non contenga inesattezze perché, noi, abbiamo a cuore la sorte delle persone che sono al centro di tutto.  Si chiama etica e ne siamo fieri.

Chi amministra la cosa pubblica e commette un errore ha il dovere di ammetterlo, ha l’obbligo orale di spiegare. Qui invece siamo di fronte ad amministratori che giocano a rilanciare come se la colpa fosse di chi ha avuto la notizia e poi l’ha pubblicata. Chi ci ha dato la notizia? Fatti nostri. L’abbiamo avuta e non abbiamo alcuna intenzione di discuterne. Se ne faccia una ragione.

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