Mafia dei pascoli sui Nebrodi, già revocati seimila ettari di terreni

di Salvo Lapietra
01/02/2017

Palermo – Sono almeno seimila gli ettari di terreno revocati dai Comuni dell’ennese e dei Nebrodi ai mafiosi o ai prestanome dei clan. In ogni caso a quei soggetti non in regola con la certificazione antimafia e dunque non in linea con quanto preevede il cosiddetto protocollo Antoci, ovvero il protocollo voluto dal presidente del Parco e firmato a suo tempo dal prefetto di Messina, dal presidente della Regione Rosario Crocetta.

Il bilancio, all’indomani dell’operazione della guardia di finanza di Enna che ha denunciato due soggetti proprio per aver violato le norme in materia di prevenzione antrimafia con l’obiettivo di incassare all’incirca 280mila euro grazie alla gestione di 500 ettari di terreni, lo fa Repubblica nell’edizione di Palermo (il pezzo è a firma di Antonio Fraschilla).

“Il protocollo di legalità ideato dal Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e voluto dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, sta contribuendo ad estirpare la malapianta della mafia agraria –  dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia -. Fino a ieri si aveva la sensazione che la mafia agraria fosse una realtà debole e in via d’estinzione. Un errore grossolano che ha consentito ai boss delle aree rurali della Sicilia di fare affari da capogiro, quasi indisturbati, con il sistema dei contributi nazionali ed europei. Le denunce fatte da Antoci il protocollo di legalità e le iniziative messe in campo dalla Regione Siciliana hanno messo in risalto le caratteristiche di un sistema criminale forte e ramificato, capace di drenare quantità enormi di risorse pubbliche e di frenare lo sviluppo sano e produttivo di molti territori dell’Isola”.

E poi aggiunge: “E’ la prima volta che il protocollo assume rilievo penale e non solo amministrativo: il business dei contributi illegali sui terreni agricoli vale per la mafia ormai più della cocaina e questa criminalità non va per nulla sottovalutata, definendola solo rurale”.  Il senatore si riferisce a quelle commistioni, collusioni, collateralità con la mafia  che sui Nebrodi sembrano più diffusi di quanto appaia con laesi responsabilità da parte di ammin istratori pubblici che per anni hanno fatto finta di nulla o hanno volutamente sottovalutato il problema.

“In queste settimane – dice Antoci – stanno arrivando revoche da tutte le prefetture dell’isola, dimostrando come il fenomeno della mafia rurale sia molto esteso e per anni sia stato fuori controllo”. E intanto si annunciano altre revoche di terreni pubblici in mano alla mafia.

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