Mafia e agricoltura: servono controlli sui Comuni

di Salvo Lapietra
18/01/2016

Tutto bene. Ora, grazie anche alle inchieste giornalistiche e alle denunce del presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci abbiamo ben chiaro come la mafia controlla i terreni montani e come, grazie a questo controllo, incassa decine di milioni di euro l’anno di contributi dell’Unione europea.  Presadiretta, nella trasmissione andata in onda domenica sera, ha ricostruito la filiera delle responsabilità: dai Caa ad Agea, passando per Agecontrol che non è in condizione di fare i controlli per mancanza di risorse. Ma siamo sicuri che è stato detto tutto?  Chi conosce i paesi montani e in particolare quelli dei Nebrodi sa che parecchi ettari di terreni sono di proprietà dei Comuni e sono gli enti locali a decidere a chi affittarli. E purtroppo i Comuni potrebbero rappresentare una falla nel sistema di prevenzione messo in atto con il protocollo firmato da Regione, Parco dei Nebrodi, prefettura di Messina. I Comuni chiedono il certificato antimafia o si accontentano dell’autocertificazione? I funzionari che si occupano di queste pratiche sono adeguatamente difesi e tutelati dalle amministrazioni oppure lasciati allo sbaraglio e minacciati? Sono domande legittime in un territorio come quello dei Nebrodi che  è  ancora strategicamente controllato dalla mafia, quella mafia capace di grandi efferatezze.

Il primo controllo può e deve avvenire negli uffici dei Comuni perché i comuni, al contrario dei Caa, non possono trincerarsi dietro dichiarazioni di circostanza: non sapevamo, non abbiamo strumenti per controllare. la mafia c’è, controlla il territorio, e i Comuni possono controllare e avere chiaro chi gestisce i terreni e possono anzi devono saper dire di no. Viene il sospetto che il disordine catastale, la confusione delle carte, la mancanza di conoscenza del territorio sul piano amministrativo sia voluto per evitare di fare quello che la coscienza imporrebbe di fare: controllare affinché i terreni montani non finiscano nelle mani dei criminali. serve una task force, soprattutto in provincia di Messina, per verificare che i Comuni abbiano fatto veramente il loro dovere perché è lì che spesso si annidano complicità e collusioni: I sindaci non possono barattare il consenso elettorale con l’onestà e questo, purtroppo, è quello che spesso avviene.

[sam id=”17″ codes=”true”]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.