Mafia, Massimo Ciancimino finisce al Pagliarelli

di Redazione
24/01/2017

Nella giornata odierna agenti della polizia, in servizio presso la squadra mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, hanno tradotto presso la locale Casa Circondariale “Pagliarelli”  Massimo Ciancimino e figlio del noto Vito.

Ciancimino dovrà scontare un cumulo di pene residue pari ad anni 4 mesi 5 e giorni 8 di reclusione. Inoltre, il predetto dovrà provvedere al pagamento di una multa pari a 22.000,00 euro.

Le condanne inferte nei confronti del figlio dell’ex sindaco condannato per mafia, divenendo irrevocabili, hanno sancito la colpevolezza dell’imputato, il quale aveva già sofferto periodi di carcerazione per i fatti ascritti ed oggi decurtati dal calcolo della pena.

I fatti per  cui è intervenuta la sentenza definitiva sono avvenuti rispettivamente dal 2000 al 2005 nel primo caso, e nel 2011 nel secondo.

In un primo procedimento penale, Ciancimino Massimo è stato condannato per i reati di riciclaggio, nonché di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, in relazione a fatti commessi tra Palermo, Ginevra e la Romania. Le contestazioni sono state mosse in concorso con la madre Scardino Epifania ed alcuni professionisti, ad alcuni dei quali è stata attribuita anche la fittizia intestazione di beni. Gli addebiti sono da ricondurre all’occultamento di un ingente patrimonio, in parte già oggetto di sequestro, costituito da denaro, beni mobili e immobili nonché partecipazioni societarie.

La seconda condanna è scaturita dal procedimento penale instaurato a carico del predetto Massimo Ciancimino poiché ritenuto responsabile del porto e della detenzione di materiale esplodente, consistente in n.13 cartucce cilindriche di gelatina esplosiva, 21 detonatori a miccia ed alcune micce.

Il Ciancimino, secondo quanto ricostruito, prima trasportò materiale esplodente in un viaggio tra Bologna e Palermo e poi lo occultò nel giardino della propria abitazione. Al Ciancimino è stata altresì contestata la cessione del predetto materiale al coimputato AVARA Giuseppe, nato a Palermo il 26.06.1972, al quale venne consegnata una parte dell’esplosivo mai più ritrovata.

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