Mafia, sei richieste di rinvio a giudizio per tentate estorsioni sui Nebrodi

di Redazione
06/08/2019

Sono sei le richieste di rinvio a giudizio, dopo la precedente conclusione delle indagini preliminari, avanzate dal Procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dal sostituto procuratore della Dda di Messina Fabrizio Monaco nell’ambito dell’operazione “Castello”, scattata il 15 dicembre 2018 per una serie di tentate estorsioni sui Nebrodi praticate, secondo l’accusa, dal clan dei Batanesi di Tortorici fra il 2011 e il 2012.

Il rinvio a giudizio è stato chiesto nei confronti di: Antonino Conti Mica, 40 anni, nato a Biancavilla, residente a Tortorici; Nicolino Gioitta, 50 anni, di Alcara Li Fusi; Gaetano Sebastiano Liuzzo Scorpo, 39 anni, Liborio Francesco Mileti, 53 anni, Salvatore Pietro Noto, 55 anni, tutti e tre di San Salvatore di Fitalia; Gaetano Catalano Puma, 56 anni, di Bronte ma originario di Sinagra.

Conti Mica, Gioitta e Mileti vennero arrestati con l’accusa di “promozione, direzione e organizzazione dell’articolazione della cosca mafiosa dei Batanesi facenti parte della “famiglia tortoriciana” (come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare), Liuzzo Scorpo è stato accusato di associazione mafiosa. La richiesta di rinvio a giudizio passa adesso al vaglio del Gup del tribunale di Messina che dovrà fissare la data per lo svolgimento dell’udienza preliminare.

L’8 luglio scorso, dopo sette mesi di detenzione, il Tribunale del Riesame di Messina ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare e disposto la scarcerazione, senza alcuna misura, nei confronti di Antonino Conti Mica. Si è giunti al TdR dopo che, nello scorso mese di aprile, la VI sezione penale della Corte di Cassazione aveva annullato l’ordinanza, emessa dal Gip del tribunale di Messina, con rinvio, appunto ad una sezione del Riesame. Sempre la Suprema Corte aveva già annullato ma senza rinvio la stessa ordinanza nei confronti di un altro indagato, Francesco Liborio Mileti, disponendone la scarcerazione. Infine la Cassazione aveva rigettato la richiesta solo per Nicolino.

Su indagini coordinate dalla Dda di Messina, i carabinieri del Nucleo Investigativo, otto mesi fa, arrestarono i quattro suddetti indagati in quanto ritenuti organici al clan dei Batanesi di Tortorici ed accusati, a vario titolo, con altri soggetti inizialmente denunciati a piede libero, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentata estorsione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso nonché detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il gruppo sarebbe stato attivo tra Sant’Agata Militello, Alcara Li Fusi, Galati Mamertino e Rocca di Caprileone nella gestione delle estorsioni, del traffico di stupefacenti e nell’acquisizione del controllo di attività economiche e imprenditoriali. L’indagine consentì di accertare la gestione di due tentate estorsioni, nel segmento finale del 2011, in danno di altrettante imprese impegnate nell’esecuzione di appalti pubblici. Una per la ristrutturazione del Nuovo stadio comunale di Rocca di Caprileone e l’altra sul cantiere dei lavori per il dissesto lungo la Strada Provinciale 157 “Tortoriciana”. Nell’inchiesta anche un’altra tentata estorsione a Rocca su un cantiere provato nonché traffico e spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana), attribuite agli arrestati e a cinque, ulteriori, indagati a piede libero nella fase iniziale.

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