Mafia sui Nebrodi, Addio Pizzo Catania: “Il sindaco di Cesarò si dimetta”

di Salvo Lapietra
20/05/2016

“Il vile attentato al Presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci è un fatto gravissimo che travalica i confini della provincia di Messina perché rischia di riportare indietro 30 anni le lancette della storia nella nostra isola. Rischia di cancellare di colpo quanto in questi anni è stato costruito sul fronte della lotta alla mafia dando una immagine che, per fortuna, non corrisponde alla realtà.
Per questo motivo è lecito attendersi, in tempi brevi, una risposta forte da parte dello Stato ed in questo senso sono certamente di conforto le dichiarazioni del Procuratore dott. Guido Lo Forte della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina”. E’ quanto scrivono in un  comunicato i volontari di Addio Pizzo Catania che criticano aspramente il sindaco di Cesarò Salvatore Calì che in un’intervista al quotidiano locale 98Zero ha affermato che dietro l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi non viè la mafia ma delinquenza comune: “Per lo stesso motivo riteniamo molto gravi e superficiali le dichiarazioni del primo cittadino del Comune di Cesarò che in una intervista ad un giornale on line afferma che la tentata strage, perché di questo si tratta, è da ascrivere non alla mafia ma alla delinquenza locale – si legge nel comunicato di Addio Pizzo Catania -. Delle due l’una: o il primo cittadino del comune dei Nebrodi è in possesso di informazioni che giustificano la sua tesi, smentendo le dichiarazioni dello stesso Antoci che parla di “interessi enormi di Cosa Nostra” e del Procuratore di Messina, Guido Lo Forte il quale afferma che “la mafia sta rialzando la testa”, oppure, sarebbe il caso, vista la gravità e la superficialità di tali dichiarazioni, fatte a qualche giorno di distanza da una tentata strage il cui movente non può certamente definirsi …passionale, dimettersi e consegnare la fascia di primo cittadino. Alla luce di quanto sopra, infine, riteniamo poco opportuno e controproducente che il Presidente della Regione Rosario Crocetta ed il Senatore Giuseppe Lumia partecipino al previsto incontro presso il Comune di Cesarò in quella stessa aula consiliare il cui primo cittadino nega che si tratti di una tentata strage di stampo mafioso”.

E sulle dichiarazioni del sindaco di Cesarò interviene anche il senatore Beppe Lumia: “Capisco la paura e spero che non sia altro, ma la reazione ‘la mafia non esiste’ è la più dannosa – dice Lumia -. Chi ama la propria comunità deve assumersi la responsabilità di guidare la lotta alla mafia, né può negare né tantomeno colludere. Aiuto io, pertanto, il sindaco di Cesarò a fare i nomi dei boss del suo paese: Pruiti e Catanese. Inoltre, gli invierò ancora una volta la mia interrogazione dove sono indicati tutti i boss e gli affari in cui sono coinvolti, in modo tale che la si smetta da un lato di dare solidarietà ad Antoci e dall’altro di assumere atteggiamenti ambigui e codardi”.  “I nomi e cognomi a Cesarò – aggiunge – li abbiamo fatti due anni fa, quando al sindaco fu bruciata l’automobile, in una sala piena di cittadini. In quella sede, col presidente del Parco dei Nebrodi e tutti i rappresentanti delle istituzioni locali, assumemmo l’impegno di togliere i terreni ai mafiosi e di destinarli ai cittadini onesti”. “Svegliarsi all’indomani dell’agguato ad Antoci – continua Lumia – e sminuire l’accaduto non è quello che ci si aspetta da un sindaco. Non è questo un comportamento da sindaco e da cittadino siciliano che vuole dare il proprio contributo per liberare il proprio territorio dalla mafia. Spero che anche altri sindaci  non facciano lo stesso errore, come invece pare che stia accadendo”. “La strada da compiere – conclude l’esponente della Commissione antimafia – è un’altra,  quella della piena condivisione di questa sfida, sostenendo l’attività delle forze dell’ordine e della magistratura per costruire percorsi concreti di legalità e sviluppo”.

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