Maltrattamenti sui bambini di un asilo di Acquedolci: indagate due suore

di Redazione
28/09/2018

Presunto caso di maltrattamenti all’Istituto di educazione e istruzione gestito dalle suore riparatrici “Maria Teresa D’Amico” di Acquedolci. Lo scrive la Gazzetta del Sud. La vicenda è iniziata nel 2015, secondo le denunce presentate da una decina di famiglie che si sono rivolte ai carabinieri.

I militari della Compagnia di Santo Stefano di Camastra e della stazione di Acquedolci, hanno condotto le indagini grazie all’ausilio di intercettazioni ambientali e telecamere posizionate in alcuni punti strategici dell’Istituto, che ha portato a due avvisi di garanzia nei confronti di due educatrici di nazionalità filippina, indagate con l’accusa in concorso di maltrattamenti su minori di quattordici anni.

Si tratta di Rowena Labanza Cerilo, 50 anni, e Jenalvn Perez Alameda, 51 anni, entrambe religiose dello stesso ordine delle Suore riparatrici, che secondo quanto risulta da qualche tempo non risiederebbero più presso l’Istituto acquedolcese, ma sarebbero state allontanate presso altre strutture fuori dalla Sicilia.

“Sei un cretino”, “fai schifo”, “sei senza cervello”, “Dio ti punirà”: erano solo alcune delle espressioni rivolte ai piccoli alunni, terrorizzati dai metodi delle loro insegnanti, spesso conditi dall’uso delle mani. Secondo l’accusa inoltre, durante la mensa, i bambini sarebbero stati costretti a rimettere nei piatti il cibo caduto per terra e forzati a mangiare con la testa spinta sui piatti. Violenze di cui i bambini avrebbero pesantemente risentito. Alcuni vomitavano a casa, altri facevano la pipì a letto e tutti si rifiutavano di andare a scuola.

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