Mistretta: arrivano gli avvisi Tares 2013, i cittadini protestano

di Giuseppe Salerno
03/04/2017

Non accennano a placarsi le polemiche, sollevate dai cittadini mistrettesi, in ordine alla pioggia di avvisi di accertamento TARES 2013 per omesso-parziale pagamento, emessi dall’ufficio tributi del Comune di Mistretta ad un notevole numero di utenti.

A fronte di un tributo già oneroso, il Comune applica sanzioni nella misura del 30% ed interessi di mora dalla data del presunto omesso versamento ad oggi, gravando ulteriormente i cittadini di un ulteriore notevole balzello. Mentre da un lato molti amastratini, raggiunti dall’avviso di accertamento, hanno preferito adire le vie legali per contestare quanto richiesto, dall’altro, molti altri, indispettiti dalla condizione che si lega al senso d’ingiustizia, puntano il dito contro l’ufficio tributi, reo di avere applicato il tributo incautamente, anche in violazione del regolamento comunale nel quale è prevista una specifica clausola di salvaguardia nell’ipotesi in cui il servizio di raccolta e smaltimento non venga regolarmente eseguito; uno sparuto numero di utenti, invece, o perché mossi da uno sviluppato senso civico o perché trovano difficoltà ad affermare le proprie idee ed opinioni, decidono di pagare quanto richiesto senza fare storie.

Nell’anno 2013 d’irregolarità, dalle informazioni in nostro possesso, sembrerebbe c’è ne siano state tante, sia per l’aspetto che riguarda le modalità di raccolta, che per presunta irregolare compilazione dei formulari con conseguente mancato controllo sul quantitativo dei rifiuti raccolti.

A questo punto il ragionamento, a tutela dei cittadini, è semplice: se manca il controllo sui rifiuti destinati allo smaltimento, le ditte possono serenamente registrare i quantitativi senza che ci sia una reale corrispondenza con i rifiuti effettivamente smaltiti.  Ma le irregolarità, pare, non si fermano solo sulle modalità di erogazione del servizio, investono anche le modalità applicative del tributo e la conformità al regolamento approvato dal Consiglio Comunale in data 28.10.2013. Si contesta la vigenza stessa del regolamento con decorrenza dal primo gennaio, ma soprattutto la legittima applicazione delle sanzioni che determinano un aggravio della bolletta del 30%. Sembrerebbe che, concretamente, gli avvisi di accertamento siano stati emessi dall’Ente in palese violazione dell’art. 33 comma 3 del vigente regolamento che testualmente recita: “Al contribuente che non versi alle prescritte scadenze le somme indicate nell’avviso di pagamento è notificato, anche a mezzo raccomandata A/R e a pena di decadenza entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’anno per il quale il tributo è dovuto, avviso di accertamento per omesso o insufficiente pagamento. L’avviso indica le somme da versare in unica rata entro sessanta giorni dalla ricezione, con addebito delle spese di notifica, e contiene l’avvertenza che, in caso di inadempimento, si applicherà la sanzione per omesso pagamento di cui all’art.  32,  comma  1,  oltre  agli  interessi  di  mora,  e   si   procederà   alla riscossione coattiva con aggravio delle spese di riscossione”.

Emerge, quindi, che l’irrogazione della sanzione del 30%, subordinata all’inadempimento dei versamenti richiesti con l’avviso di accertamento da versare all’Ente entro il termine di sessanta giorni, senza una preventiva richiesta del solo importo non versato, priva di sanzioni ed interessi, risulta essere contraria al regolamento. In sintesi, da un’analisi oggettiva, sembra chiaro che le sanzioni inflitte non sono dovute. Mentre la protesta incalza, anche sui social, alcuna decisione ufficiale risulta essere adottata dall’amministrazione Comunale o dall’ufficio, i quali subiscono passivamente il contenzioso dei cittadini furiosi ed intenzionati a rivendicare i propri diritti lesi.

C’è da chiedersi, se l’esito di tale polemiche avrà come conseguenza l’amplificarsi di contenziosi e costi a carico del Comune e quindi della comunità. I cittadini, oramai da tempo, attendono un intervento dell’amministrazione Comunale che, al fine di evitare disparità di trattamento, tra chi si rivolge al giudice tributario e chi no, potrebbe decidere di annullare d’ufficio gli avvisi di accertamento emessi almeno nella parte relativa alle sanzioni applicate, invitando i cittadini a pagare il solo importo richiesto, a titolo di tributo, già di per se oneroso e a prevedere un rimborso per gli utenti che hanno già versato la TARES comprensiva di sanzioni.

Da segnalare infine che anche per l’anno 2017, l’amministrazione Comunale non ha approvato, nei termini di legge, il Piano Finanziario e le relative tariffe TARI.  Ne consegue che anche per quest’anno le tariffe verranno calcolate sulla base dell’ultimo piano finanziario approvato (2014) senza nessun vantaggio per i cittadini dovuto, per esempio, alla percentuale relativa raccolta differenziata aumentata negli ultimi anni o ai minori costi di trasporto registrati rispetto all’anno 2014.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.