Nella nostra intervista l’avvocato Antoci risponde alle accuse del sindaco di Mistretta

di Giuseppe Salerno
04/12/2017

In questi giorni divampa tra le forze politiche una fortissima polemica sui debiti fuori bilancio ai quali a quanto pare si dovrà fare fronte in parte a mezzo aumenti di imposte e tasse e comunque sottraendo risorse ordinarie ad altri scopi. Sul punto interviene Iano Antoci, ex sindaco di Mistretta, che è stato chiamato in causa.

Il Gruppo consiliare di opposizione Sosteniamo Mistretta, che rappresenta la maggioranza in consiglio comunale, ha attribuito al sindaco la responsabilità di tali debiti;  il sindaco in un suo recente video-messaggio ha attribuito alla precedente amministrazione comunale che lei ha guidato la responsabilità di una parte consistente di tali debiti. Come risponde alle accuse del sindaco?

Prima di entrare nel merito della questione, mi consenta di fare una considerazione preliminare. Da quando è cessato il mio ufficio di sindaco, ormai sono trascorsi quasi quattro anni, mi sono imposto la consegna del silenzio. Mi sono sempre astenuto dal commentare le scelte ed i provvedimenti della attuale amministrazione comunale ed mi sono tenuto fuori dalla contrapposizione politica, convinto come sono che tale debba essere l’atteggiamento ed il comportamento di un ex sindaco. Ho violato tale consegna in questi quasi quattro anni solo una volta quando sono stato chiamato inopinatamente in causa per alcune scelte riguardanti la vicenda dei fondi rustici comunali. Anche quella volta comunque ho preferito restare ai fatti, precisare e non concedere nulla alla polemica politica.

Torniamo alla attualità. Il sindaco nel suo video messaggio afferma che una parte consistente dei debiti fuori bilancio cui dovrà farsi fronte e che ammontano a circa € 1.200.000,00 afferisce ad alcune fatture per fornitura energia elettrica  relative all’anno 2013  non pagate.

Ancora una volta, come è mio costume, rispondo restando ai fatti ed agli atti ufficiali che sono pubblicati sul sito internet istituzionale del Comune. Ho consultato la deliberazione N. 177 del 9.11.2017 con la quale la Giunta comunale accerta l’ammontare dei debiti ed avvia il percorso di riequilibrio. Alla deliberazione è allegato un prospetto redatto dall’Area Economico finanziaria che espone tutti i debiti ai quali si dovrà far fronte. Come si può costatare ci sono due importi che si riferiscono a fatture relative alla fornitura di energia elettrica ma entrambi riguardano fatture afferenti i periodi 2015, per 164.224,15 e 2016, per € 127.800,04. Anche se, in alcuni prospetti, successivamente rettificati dal dirigente, stranamente, i debiti venivano attestati  all’anno 2013.  Come ognuno può verificare esaminando tale prospetto, non vengono riportati debiti per fatture energia elettrica relative al periodo 2013. Stando agli atti ed alle carte pubblicate, ne consegue che le affermazioni del Sindaco che attribuisce alla mia amministrazione la responsabilità di tale debito o sono il frutto di una cattiva lettura delle carte ovvero rappresentano il maldestro tentativo di scaricare su altri responsabilità gestionali.

Prendo atto, tuttavia converrà con me che la questione del debito per fatture Enel non pagare relative all’anno 2013 è questione della quale si è parlato più volte e che periodicamente si ripropone.

Non intendo minimamente eludere la sua domanda per rispondere alla quale farò una brevissima premessa. Nel corso dell’anno 2013, periodo maggio giugno, vengo informato dagli uffici che le fatture per pubblica illuminazione che stavano pervenendo dall’Enel erano di gran lunga più onerose rispetto alle fatture relative agli anni precedenti e che così continuando le cose si sarebbe sicuramente sforato lo stanziamento di bilancio. Ho chiesto un approfondimento della questione e mi è stato riferito che il maggiore importo non era dovuto a maggiori consumi bensì ad un costo unitario della energia fornita più elevato e che le nuove fatture recavano la dicitura “Servizio di maggior tutela”. Decidiamo di andare fino in fondo, convochiamo gli addetti commerciali ed intanto sospendiamo il pagamento delle fatture. Sentiti i responsabili commerciali ci siamo subito accorti che eravamo di fronte ad una vera e propria truffa. Enel, senza alcuna previa informazione al Comune (ma abbiamo appreso che la medesima cosa era avvenuta presso altri comuni), aveva modificato le condizioni economiche della fornitura e tali condizioni economiche erano ingiustificatamente più gravose. Abbiamo, pertanto, deciso di opporci a tale truffa e non pagare le fatture. L’attuale amministrazione comunale subentrata nel 2014 ha invece deciso di pagare tale fatture e di non opporsi ad eventuali procedure di riscossione coattiva. Scelta legittima ma inopportuna. Mi è stato riferito che altre amministrazioni comunali si sono opposte, hanno vinto le cause contro Enel e non hanno pagato niente perché le fatture maggiorate sono state giudicate illegittime alla autorità giudiziaria.

C’è un’altra posta molto consistente del debito del Comune di Mistretta che il sindaco attribuisce alla responsabilità della amministrazione comunale da lei guidata. Mi riferisco all’importo di oltre € 381.723,00 che il Comune deve pagare per espropri. Come stanno le cose?

Questa è davvero una accusa surreale, una vicenda kafkiana. Per rispondere compiutamente, devo fare una premessa che le prometto sarà brevissima. Negli anni ’80 l’amministrazione comunale dell’epoca, guidata da Vincenzo Antoci, un uomo che molto si è speso come professionista e come politico per il bene della nostra città, avvia la realizzazione dell’area artigianale, meglio conosciuta come area PIP. Il luogo prescelto per la realizzazione del progetto è di proprietà dei signori La Fauci i quali concordano sulla cifra che viene loro offerta quale indennità di espropriazione. Successivamente, l’importo proposto a titolo di indennità di espropriazione alla ditta La Fauci e da questa accettato viene rideterminato e considerevolmente ridotto dalla Regione siciliana che era l’Ente che aveva finanziato la realizzazione del progetto. Ca va san dire che i signori La Fauci non accettarono la riduzione delle indennità ed avviarono ben due controversie giudiziarie: una presso il Tar per la determinazione della indennità di espropriazione e l’altra presso la Corte di Appello di Messina per la determinazione della indennità di occupazione. Tra le inevitabili lungaggine giudiziarie, i due giudizi arrivano a conclusione pressoché contemporaneamente agli inizi dell’anno 2013 allorché vengono notificate al Comune di Mistretta le due sentenze. È una batosta inimmaginabile. Il Comune avrebbe doti pagare la iperbolica cifra di € 1.738.150,83, oltre interessi e rivalutazione. Si tenta allora, anche su consiglio degli avvocati del Comune, un approccio transattivo con i signori La Fauci, i quali grazie anche ai buoni uffici interposti dal dr Mario Salamone che mi accompagnò presso i signori La Fauci e che poi si occupò di tenere con loro i contatti, si pervenne ad una transazione assolutamente favorevole per il Comune. I signori La Fauci avrebbero rinunciato ad una parte consistente del loro credito ed accettano a fronte di un dovuto pari ad € 1.738.150,83 della somma omnicomprensiva di € 1.300.000,00. Con l’assistenza tecnica degli avvocati del Comune, dell’allora segretario generale d.ssa Maria Natoli e della responsabile dell’area economico-finanziaria d.ssa Antonella Truglio, nonché del collegio dei revisori dei conti presieduto dal dr Giuseppe Testa, vennero predisposti gli atti deliberativi a mezzo dei quali non solo si poneva termine, con soddisfazione del comune, ad una lunghissima vicenda giudiziaria, ma si avviava un percorso virtuoso che avrebbe condotto alla definitiva conclusione della vicenda ablativa senza particolari sacrifici per la comunità. Infatti, con la deliberazione N. 71 del 12.12.2013 approvata all’unanimità dal Consiglio comunale, anche con il voto favorevole dell’attuale sindaco avv. Liborio Porracciolo che ne faceva parte quale capogruppo della opposizione consiliare, si procedette al riconoscimento del debito e si determinarono tempi, modalità e risorse per il suo pagamento.

Ma se è vero quanto lei afferma, da dove salta fuori il debito di € 381.723,00 verso i signori La Fauci?

È presto detto. Con la predetta deliberazione consiliare del 12.12.2013, si stabiliva che una parte del debito pari appunto ad € 381.722,61  sarebbe stata pagata o con l’accensione di un mutuo ovvero con la devoluzione di parte del mutuo che l’Amministrazione comunale aveva contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per la sistemazione del Cine Teatro Odeon, mutuo che in tutto o in parte sarebbe stato possibile utilizzare in quanto, nelle more, il progetto di sistemazione del cinema  era rientrato tra quelli ammessi a finanziamento con risorse europee. Tale misura sempre secondo il deliberato consiliare doveva essere attuata dopo l’approvazione del rendiconto di gestione relativo all’anno 2013, cioè nell’anno 2014 e quindi dalla nuova amministrazione comunale che si sarebbe insediata dopo le elezioni comunali del maggio dello stesso anno. Per ragioni che non sta a me indagare, la nuova amministrazione comunale non provvide a porre in essere gli atti di sua competenza con la necessaria tempestività, cioè nell’anno 2014, e tentò di farlo nel 2015 ma la richiesta di devoluzione viene rigettata dalla Cassa depositi e prestiti in quanto tardiva.Il Sindaco Porracciolo, in conclusione, sa bene che la responsabilità di questo debito è sua, solo sua e di nessun altro. Io, in altre e più semplici parole, io e non il sindaco Porracciolo, mi ritrovai nella condizione di dover fronteggiare una situazione che rischiava di travolgere i conti del Comune di Mistretta, ma piuttosto che accampare scuse e atteggiarmi a vittima, mi rimboccai le maniche, cercai ed individuai la soluzione.  Aggiungo, a corollario, che la cosa più grave non è il dover far fronte al debito, quanto piuttosto è il pericolo che i signori La Fauci, i quali hanno sottoscritto una transazione che prevede termini essenziali per il pagamento di quanto loro dovuto dal Comune di Mistretta, come hanno più volte minacciato di fare, potrebbero denunciare la transazione e pretendere il pagamento della intera somma loro dovuta. E ciò davvero sarebbe una brutta gatta da pelare.

Un’ultima domanda; il Sindaco nel suo messaggio parla anche di somme dovute ad alcuni professionisti per incarichi professionali conferiti dalla sua amministrazione.

Questa mi sembra davvero una questione ridicola. In primo luogo, per l’ammontare di tali debito che rappresentano meno del 2% dell’intero stock al quale si dovrà fare fronte.In secondo luogo, perché il Sindaco sa bene che su tale questione non vi è responsabilità alcuna ed a carico di alcuno. Molto semplicemente cambiarono le modalità di rendicontazione di alcune spese. Comunque, i professionisti hanno fatto il loro lavoro, è stato nell’interesse del Comune ed i loro crediti vanno saldati senza se e senza ma.

 

 

 

 

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