Nello Musumeci in visita nei centri nebroidei di Troina e Cerami

di Redazione
13/10/2017

Il candidato alla presidenza della Regione Siciliana ha visitato la zona nord della provincia di Enna. Nella tarda mattina, dopo essere stato a Regalbuto, Musumeci è arrivato a Troina. La prima tappa nella cittadina nebroidea è stato l’IRCCS Oasi Maria SS, dove l’onorevole Musumeci, accompagnato da Salvatore Barbirotto, referente politico della lista Diventerà Bellissima di Troina,e dal sindaco Sebastiano Fabio Venezia, ha incontrato il presidente padre Silvio Rotondo e i vertici dell’Istituto. Durante il colloquio si è parlato delle problematiche che la struttura incontra periodicamente, allo scadere della convenzione per le prestazioni assistenziali, con i ritardi nel rinnovo di questa da parte dell’assessorato alla famiglia e alla salute. Situazione che crea disagi con ripercussioni dirette sui dipendenti. 

Dopo quest’incontro, Nello Musumeci, si è spostato presso la sede del comitato elettorale del candidato UDC Sebastiano Lombardo, dove è avvenuta l’inaugurazione. La carovana, successivamente, si è spostata a Cerami dove è stato inaugurato il comitato elettorale della candidata di Diventerà Bellissima Melania Scorciapino.

Altra tappa, del lungo e ricco tour, è stata quella presso il cantiere Nord-Sud Licciardello Costruzioni, in c/da Serra Vigneta a Nicosia sulla SS 117, qui si è tenuto un incontro con gli amministratori dei vari comuni del circondario sul tema della viabilità interna. Musumeci ha ribadito come “troppe opere  pubbliche incomplete sono sparse in Sicilia, anche da decenni. Se venissero rimossi gli ostacoli e riaperti i cantieri il settore delle costruzioni tirerebbe un grande respiro di sollievo”.

“Alle imprese – ha proseguito Musumeci -, dobbiamo chiedere: onestà, puntualità, correttezza, lealtà, rispetto degli accordi, rispetto della manovalanza, delle maestranze e sono sicuro che riusciremo ad andare avanti. Le difficoltà incontrate vanno affrontate sin dall’inizio, mettendo attorno ad un tavolo i soggetti interessati non è possibile, in questa maledetta e benedetta terra di Sicilia, che quando si apre un cantiere poi rimanga bloccato o perché c’è la mafia, o perché c’è  la tangente, o perché fallisce l’impresa, o per qualunque altra ragione, non c’è la facciamo più a tenere in vita questi luoghi comuni. Lo dico anche da presidente della Commissione Antimafia, in questi anni abbiamo verificato diverse situazioni e, abbiamo capito come a volte il pretesto diventa assolutamente inconsistente, però c’è chi ama mettere freni e frapporre ostacoli.” 

Musumeci ha detto anche quale deve essere il ruolo politico e morale del prossimo governo regionale “la gente non vuole miracoli dalla politica, vuole fermezza. Vuole presidenti che siano liberi, ma che abbiano idea di quello che vogliono fare, quindi: liberi e forti. Presidenti che se serve prendano per la giacca qualche burocrate e lo cacciano a calci nel sedere, ed io l’ho fatto quando ero alla provincia.

Non è più tempo per guardarci allo specchio, siamo arrivati. I nostri ragazzi sono tutti fuori, la gente non c’è la fa più, non è più tempo per le chiacchiere; o la politica si assume le responsabilità delle proprie scelte, politica significa ognuno con il proprio ruolo, o altrimenti fra cinque, dieci anni resteranno solo i vecchi e qualche raro bambino, visto che ormai le culle sono sempre più vuote perché le coppie non vogliono più fare figli, perché il futuro non è più una certezza, ma è diventato una minaccia. Bisogna fare interessi collettivi e non egoismi di partito”.

Sull’argomento degli impresentabili nelle liste, che tiene banco da settimane,  ha chiarito la sua posizione “quando i giornalisti mi chiedono sorpresi: ah ma le liste non sono impresentabili;  ma unni ati statu ‘nta sti  settanta anni. Dove. In Venezuela. Su Marte. Per settant’anni le liste dei partiti politici, di quasi tutti i partiti politici, sono state affollate di accattoni, trasformisti, anche di gente oscura, di gente opaca, di gente contigua e il presidente Ardizzone ha ricordato, ma io lo so per essere stato presidente della Commissione Antimafia, che ci sono stati anni in cui all’Assemblea Regionale Siciliana i mafiosi giravano liberamente nei corridoi e nelle stanza dei gruppi parlamentari.  E adesso ci preoccupiamo di fare l’analisi al sangue, giusto farla, ma non può diventare un pretesto perché le liste chiacchierate sono e appartengono a tutti gli schieramenti sia chiaro. Ma noi abbiamo il dovere morale di fare uno sforzo in più, proprio perché siamo centro desta e, perché muoviamo da valori che sono assolutamente diversi rispetto a quelli propinati in campagna elettorale dal centro sinistra o peggio ancora dai grillini, che sono una sette di faziosi e di fanatici. Non hanno assolutamente più nulla da dire, hanno perso la testa, avevano la vittoria in tasca e ora che ci siamo uniti e che i sondaggi danno ragione a noi e non a loro sputano fango e veleno dalla mattina alla sera; perchè non avendo un progetto politico, non avendo un retroterra culturale, non avendo una storia di militanza, non avendo un passato di attivismo, non essendo un partito politico democratico, sono un azienda privata nelle mani di due personaggi che hanno diritto di vita e di morte sui loro iscritti, è chiaro che si trovano in difficoltà.  Noi vinciamo la Sicilia e poi vinciamo Roma dicevano fino ad un mese fa e adesso non lo dicono più; con chi se la prendono con me e non potendomi attaccare personalmente perché, grazie a Dio, trovano un muro di gomma, non hanno nulla da dirmi sul piano privato e pubblico, mi hanno girato e rigirato come una calza, allora se la prendono con gli alleati, con la coalizione. Ecco perché io avrei voluto che gli alleati avessero avvertito un maggiore senso di responsabilità anche se un passo avanti è stato fatto. Assieme a qualche candidato, diciamo, scomodo ci sono centinaia di candidati; sono quasi 300, tutti persone per bene, donne e uomini, che ci mettono la faccia e il paradigma è la migliore espressione, se mi consentite, di questa realtà, di questa risorsa umana preziosa”.

In merito ai sondaggi che lo vedono vincente su Cancelleri e Micari ha ridimensionato i toni “lasciateli stare i sondaggi, che spesso fanno inebriare con i profumi particolarmente resistenti, non abbiamo ancora vinto. Abbiamo, ancora, il dovere di lavorare per loro, pancia in giù come facevano le squadre d’assalto militare, abbiamo il dovere di lavorare fino all’ultimo giorno”. “Andiamo dritti – ha aggiunto -, serenamente e fieri, consapevoli di stare dalla parte della ragione. Questa terra ha versato già troppo sangue a pagato già troppo sul terreno e sull’altare della demagogia e della non politica. Crocetta ci lascia le macerie e noi dobbiamo avere la forza di rimuovere le macerie, come si fanno con le ruspe e i caterpillar, e di cominciare a progettare e ricostruire”.

Ai giovani presenti ha ricordato di avere fiducia nella buona e sana politica “oggi vedo soprattutto giovani che si chiedono se valga la pena continuare a fare politica, e bene ragazzi io personalmente sono all’ultima stagione dopo questi 5 anni lascio la vita politica attiva, perché credo che bisogna uscire con i propri piedi dalla scena politica. Vorrei poter lasciare un vivaio di giovani che sappiano con consapevolezza e con pienezza di condivisione che la politica è l’arte più bella e più nobile che l’uomo abbia mai inventato, perché è l’arte del governo dei popoli e quale arte più difficile e più esaltante di quella che serve al buon governo, al benessere di tutti non c’è arte migliore e noi siamo artigiani. Ci siamo gli artigiani onesti, ci sono gli artigiani disonesti e non per questo la politica è sempre sporca. La politica è sempre pulita, perché è insostituibile, perché non ha alternative, perché l’antipolitica non governa i popoli governa la politica; c’è la politica buona e la mala politica. Se le persone per bene vanno a votare, la buona politica prevale sulla mala politica; se le persone per bene protestano restando a casa. a votare ci andranno i lecchini, i mascalzoni, i ruffiani e voteranno per i loro interessi non per il benessere collettivo”.

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