Premio ai manager Asp, l’ira degli infermieri: “Non se lo meritano”

di Turi Milano
28/12/2016

Messina- “Il risultato di manager e collaboratori è stato raggiunto completamente utilizzando criteri di efficacia, efficienza, economicità, soddisfazione del personale e degli assistiti? Tutto ciò appare -anche se entro i limiti della norma-, in un periodo di riduzione della spesa e di globale insoddisfazione rispetto al Servizio Sanitario nazionale e regionale , quantomeno inopportuno”. E’ quanto sostiene Ivan Alonge, segretario a Messina di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, in riferimento all’articolo di Emma De Maria riguardante il premio percepito da parte dei direttori generale, sanitario e amministrativo (73.000 euro in totale) dell’Asp di Messina.

Gli “interrogativi sono tanti – scrive l’esponente del sindacato -. Valutando l’operato dei “premiati” sulla base delle numerosissime lamentele dei colleghi, dai ricorsi che l’azienda spesso ci costringe a fare, in carenza delle norme di autotutela, e dalla qualità percepita – in alcune Unità Operative mancano i mezzi per misurarla oggettivamente – che tali risultati siano stati raggiunti sulla pelle delle personale, e cosa ancor più grave non solo. Crediamo che l’ASP abbia raggiunto tali risultati risparmiando sulla dotazione organica, in quanto ad oggi non risulta completa, anche sul piano del personale di supporto. Spesso nei reparti –paradossalmente- opera personale –anche infermieristico – in quantità minore rispetto a quello da garantire, in caso di sciopero, a quello dei quantitativi minimi previsti”. Per il sindacato degli infermieri c’è “il dubbio che abbiano raggiunto tali risultati demansionando il personale infermieristico, mantenendolo talvolta ai minimi termini, forse utilizzando le reperibilità come forma di integrazione dell’organico e ancora risparmiando sui presidi sanitari, che spesso vengono a mancare”.

Secondo i sindacalisti in nome del risparmio non sarebbero state acquistate le divise agli infermieri e medici che svolgono il servizio di emergenza 118 oppure avrebbero fatto mancare le mascherine con filtri particolari per le emergenze infettivologiche nel pronto soccorso. “Sono riusciti a risparmiare sul personale pagando il minimo salariale – sostiene Alonge – tagliando su qualunque forma di incentivo – qualitativo -al lavoro, remunerando il personale (medico ed infermieristico) con una produttività annua media inferiore meno dell’1/25simo di quello che hanno percepito loro… non lasciando ai propri dipendenti neanche le briciole. E ancora siamo stati costretti a denunciare alla procura della corte dei conti il ritardo per l’erogazione delle fasce contrattuali sbloccate a gennaio 2015, attendendo, inoltre una sentenza del TAR, poiché la stessa ASP non rilascia un resoconto sui fondi dello stesso personale. Come del resto ritardi –facile “prendere tempo”-sulle indennità accessorie agli emolumenti, facilitano, a nostro modesto parere la quadratura dei bilanci”.

E infine: “Ci chiediamo: la classificazione, tra le ultime posizioni della nostra splendida Isola, dei nostri manager sanitari giustifica congruamente tali premi? A nome di tutti i professionisti infermieri, siamo stanchi e ancor più demotivati. Senza falsa ipocrisia mi sento di dire che siamo vittima di un sistema malato che dovrebbe essere basato sulla meritocrazia ma non lo è, che dovrebbe soprattutto incentivare la base per far crescere l’apice, ma nulla di tutto ciò avviene. Anzi, molto spesso promuoviamo azioni di ingiunzioni di pagamento per il giusto da retribuire”.

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