Processo “Corsi d’oro 2”: chiesti 11 anni per Francantonio Genovese

di Salvo Lapietra
20/07/2016

La Procura di Messina ha chiesto la condanna a 11 anni per il parlamentare Francantonio Genovese, ex Pd transitato in Forza Italia, nel processo “Corsi d’oro 2″, sulla formazione professionale. Il procedimento è in corso davanti alla prima sezione del Tribunale. Secondo l’accusa il deputato sarebbe il regista di un collaudato e complesso sistema messo in piedi per drenare ingenti risorse regionali nel settore. Le richieste sono state formulate dai pubblici ministeri Sebastiano Ardita e Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti che al terzo giorno di requisitoria hanno concluso il loro intervento chiedendo inoltre per il deputato regionale Franco Rinaldi 5 anni e sei mesi, per Salvatore Lamacchia 2 anni e 2 mesi, Roberto Giunta 6 anni, Domenico Fazio 3 anni e 2 mesi. Elio Sauta 8 anni, Elena Schirò 6 anni, Giovanna Schirò un anno e otto mesi, Stefano Galletti 7 anni, Giuseppina Pozzi 4 anni, Liliana imbesi 3 anni, Concetta Cannavo’ 2 anni e sei mesi, Natale Lo Presti 6 anni e 8 mesi chiara Schirò 6 anni, Graziella Feliciotto 6 anni e sei mesi, Carmelo Capone 3 anni e 8 mesi , Natale Capone 3 anni e 8 mesi Orazio De Gregorio un anno ed otto mesi, Paola Piraino sei mesi, Francesco Buda 2 anmi e 4 mesi, Salvatore Natoli 4 anni, Antonio Di Lorenzo 3 anni, Carmelo Favazzo 3 anmi ed otto mesi.”I reati appaiono di rilevante gravita’- ha detto il pm Sebastiano Ardita nell’ultima parte della requisitoria del processo Corsi d’Oro 2 prima di formulare le richieste di condanna con i pubblici ministeri Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco – sia per le responsabilità pubbliche di chi le commette, sia perche’ sottraggono importanti risorse a un settore strategico e vitale come la formazione professionale, con tanti giovani in cerca di occupazione”.

Il pubblico ministero ha parlato in generale del reato associativo ed ha poi concluso: “Riteniamo questi illeciti commessi con una rete estesa e preoccupante di complicità realizzati in situazioni di palese conflitto di interessi da chi amministrava in modo diretto ed indiretto interessi e denaro pubblico. Da questi fatti emerge una condizione di privilegio di quanti si sono arricchiti con facilità attraverso coperture, complicità e forza istituzionale a dispetto delle difficoltà nelle quali si dibattono i normali cittadini a cui quelle risorse sono state sottratte. Riteniamo che queste vicende meritino in risposta un processo normale con la normale applicazione delle regole previste per tutti i cittadini”. Oltre alle 23 condanne i pubblici ministeri hanno chiesto anche sanzioni pecuniarie per gli enti Sicilia service srl, Na.Pi service srl, Celservice srl, Centro servizi srl, Lumen, Enfap, Ancol, Elfi Immobiliare srl. Subito dopo i pubblici ministeri sono intervenuti gli avvocati di parte civile in particolare dell’avvocatura dello Stato, dell’associazione Codici e l’avvocato di Ludovico Albert, ex direttore generale del dipartimento regionale della formazione anche lui tra le parti civili.

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