Quanti candidati alla governance dei Nebrodi?

di Salvo Lapietra
07/11/2015

Da una parte il gruppo di paesi che aderiscono a Nebrodi Città aperta, dall’altra un altro gruppo di centri inseriti nella programmazione destinata alle aree interne, dall’altra parte ancora il Parco dei Nebrodi. E l’elenco, forse, potrebbe persino continuare. Sono tanti i candidati a costituire una governance territoriale per i Nebrodi e in qualche caso i sindaci, per non rischiare di rimanere esclusi, hanno partecipato o dichiarato di voler partecipare a più di una riunione.
L’ultima, in ordine di tempo, è quella del parco dei Nebrodi che giusto ieri a Sant’Agata di Militello ha convocato i sindaci per discutere sul futuro dell’Agenzia territoriale. Una buona idea che il presidente del Parco Giuseppe Antoci ha definito pronta a partire con il piede giusto. Forse sarebbe il caso di dire pronta a volare, visto che in questa occasione Antoci ha presentato ai sindaci un progetto strategico che ha come perno la costruzione di un nuovo aeroporto nella piana di Caronia: «Questa di Caronia – ha spiegato Antoci – si presenta come una sede naturale per ospitare un aeroporto con piste di circa 1800 metri e che consentirebbero l’atterraggio  ad aeromobili tipo Boeing 747, per la copertura di voli internazionali da 8000 chilometri nonché  di Dash Q 400 Bombardier, Bombardier CS 100 e Airbus A 320, che rappresenta l’aeromobile più usato in Europa per i voli low cost. Altro importante dettaglio costituito dalla possibilità di disporre di una base operativa per ospitare i Canadair, permettendo così nel territorio  un tempestivo intervento in caso di incendi».
Lo studio presentato qualche mese fa nel corso di un incontro dei paesi aderenti alla rete nebrodi Città aperta, per la verità, aveva fatto emergere una serie di criticità in questo territorio che poco o nulla hanno a che fare con l’aeroporto. Un ritardo strutturale e culturale ormai cronico, un assenza di oggettiva programmazione su tutti i versanti: turistico, agricolo, industriale. Insomma il quadro di un’area marginale che richiede interventi integrati e urgenti sul fronte della modernizzazione dell’offerta, delle infrastrutture, dei rapporti con i mercati. Tutte precondizioni dello sviluppo cui l’aeroporto può dare sì risposte ma in futuro, dopo aver sciolto i tanti nodi di un territorio che ha bisogno di formazione mirata, di organizzazione delle filiere, di infrastrutture al servizio delle imprese che pure vi sono e sono d’eccellenza. L’idea di un’Agenzia di sviluppo territoriale è senza dubbio positiva e utile, così come è utile un marchio d’are (a proposito che fine ha fatto?). Ma è utile intanto convocare gli Stati generali degli amministratori, delle associazioni, dei rappresentanti di categoria, dei volontari e di tutti coloro che a titolo individuale o collettivo sono impegnati nello sviluppo di quest’area. Forse l’Agenzia, ci permettiamo di dire, deve rappresentare quelle esigenze dal basso, i bisogni primari dei cittadini dei Nebrodi, le filiere produttive, le istanze sociali. Per discutere del futuro di un territorio che ha le risorse e anche la volontà ma che necessita rapidamente di strumenti moderni.

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