Santo Stefano di Camastra, donna salvata al PTE da un brutto infarto

di Giuseppe Salerno
09/05/2019

I sanitari in servizio al Punto Territoriale di Emergenza di Santo Stefano di Camastra lo hanno definito il “miracolo di mezzogiorno” quello al quale hanno assistito tra le 12:20 e le 12:50 di oggi, proprio nel presidio di emergenza della Città delle Ceramiche.

Era da poco scoccato mezzogiorno quando una signora di Santo Stefano bussa al PTE riferendo al medico di guardia, la dottoressa Maria Trimarchi, un malore. Nemmeno il tempo per il medico di iniziare la valutazione della paziente che la stessa si accascia per terra, senza dare più segni di vita. Gli sono serviti pochi istanti alla Trimarchi per capire che il paziente di fronte a lei era stato colto da un infarto. Il trambusto richiama l’attenzione dei soccorritori e del medico del 118, in pronta disponibilità, che si trovavano nella stanza accanto.

L’equipaggio inizia immediatamente la rianimazione cardiopolmonare sulla sfortunata signora che non da alcun segno di vita. Applicate le due piastre del defibrillatore sul torace del paziente iniziano la “defibrillazione precoce”. L’apparecchio rileva la presenza un ritmo defibrillabile ed eroga la scarica, ma il paziente non risponde agli stimoli elettrici. L’operazione si ripete per altre 9 volte. Dieci volte lo strumento indica la necessità di procedere alla defibrillazione elettrica, dieci scariche vengono erogate. Alla decima soccorritori e medici, dopo circa 30 minuti di rianimazione continua, rilevano segni di vita nella paziente, alla quale, tra una scarica e l’altra non avevano mai fatto mancare ossigeno e compressioni toraciche. Una rianimazione da manuale.

La donna finalmente mostra sempre più segni di ripresa, viene approntata una terapia d’urto, riportato a ritmo sinusale e trasferita con l’unità mobile, in dotazione al territorio, in emodinamica al Barone Romeo di Patti dove viene presa in carico dai medici del nosocomio pattese. La signora stefanese è ancora in prognosi riservata, ma senza alcun dubbio, fuori pericolo. Stremati i membri dell’equipaggio della Delta Due Nove, il dottore Nino Puglisi, ed i soccorritori professionali, Angela Gagliardi e Rino Catania, fanno rientro in postazione soddisfatti per aver fatto si, il loro lavoro, ma, più che altro, per averlo fatto molto bene, con l’atteggiamento giusto verso il problema ed i comportamenti, i modi di pensare corretti che hanno determinato, positivamente, l’esito di un soccorso e salvato una vita che, ad un certo punto, a loro stessi, sembrava segnata.

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