Scommesse abusive e riciclaggio, indagate 6 persone a Patti

di Carla Lopes
19/10/2018

La Guardia di Finanza della Tenenza di Patti ha chiuso le indagini nei confronti di sei soggetti ritenuti responsabili dei reati di raccolta abusiva di scommesse, riciclaggio ed omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. Notificato a 6 persone l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con la contestazione, per 5 di loro, dei reati di raccolta abusiva di scommesse ed omessa presentazione della dichiarazione dei redditi e per un altro soggetto il reato di riciclaggio per aver “ripulito” parte delle somme illecitamente conseguite dai primi responsabili.

L’importo di tutte le scommesse incassate, di oltre un milione di euro, è stato poi segnalato dai finanzieri all’Agenzia delle Entrate per il recupero dell’imposta evasa e non versata nelle casse dell’Erario ai sensi della normativa in materia di tassazione dei proventi derivanti da attività illecita.

I finanzieri hanno provveduto a segnalare gli importi rilevati anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’applicazione della imposta unica sulle scommesse. Durante gli approfondimenti effettuati sul conto del nucleo familiare di 4 persone e di un loro conoscente, i finanzieri della Tenenza di Patti hanno notato un’operatività altamente sospetta su numerose carte prepagate, in totale 22, tutte riconducibili ai componenti della stessa famiglia.

Le successive indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Patti hanno permesso di ricostruire il sistema criminoso, basato sulla raccolta abusiva delle scommesse, effettuate perlopiù in contanti dagli avventori, attraverso l’uso di siti esteri non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. I responsabili, poi, a seguito degli esiti delle varie scommesse, regolavano i rapporti con gli scommettitori tramite l’uso del contante e delle carte prepagate.

In alcuni casi, inoltre, i finanzieri hanno appurato l’utilizzo di assegni bancari, per oltre 200mila euro, emessi dagli scommettitori per regolare la propria posizione di debito nei confronti del gruppo familiare. Questi, poi, hanno provveduto a girare gli assegni ad un altro soggetto indagato per l’incasso e la successiva ricarica delle carte prepagate intestate alla medesima famiglia.

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