Si concludono i festeggiamenti del Santo patrono a Castel di Lucio

di Giuseppe Salerno
21/08/2017

Lo spazio della festa, in onore del Santo patrono Placido, ha consentito, per l’ennesima volta, di tradurre al massimo il rapporto tra realtà e illusione, tra vero e verosimile, in un intricato groviglio di suoni, luci, colori, sapori, profumi, emozioni, immagini che hanno toccano il limite dei sensi in un palcoscenico esteso nella piazza principale, nelle strade, nella chiesa e nelle case.

Si sono conclusi ieri i festeggiamenti in onore di San Placido, patrono di Castel di Lucio. Il piccolo centro normanno, ha vissuto una giornata all’insegna della fede, della devozione e del divertimento. L’intera comunità è stata protagonista.

Ciascuno è riuscito a  creare un mondo di entusiasmo e meraviglia per sentirsi attore e spettatore, al tempo stesso, della magica ed effimera giornata più attesa dell’anno in un sincretismo pagano e cristiano, professato con venerazione, vissuto come salutare antidoto alla quotidianità svilita dalla routine.

La giornata di festa ha richiamato a Castel di Lucio un sacco di persone attratte dalle fasi più folcloristiche e suggestive della celebrazione, la processione “a curriri” e “a ballatedda” (peculiare ballo che i portanti fanno con la vara) che non hanno deluso le aspettative.

Un aspetto, però, legato alla gestione della caratteristica fiaccolata, “A Calata a Cira”, la sera prima della festa, ha angustiato tanti devoti e fedeli innescando una gigantesca polemica improntata sulla delusione, che ha fatto molto discutere. Tante, troppe le reazioni contrarie manifestate dai molti castelluccesi,  anche sui social, verso il comitato dei festeggiamenti accusato di aver “cancellato” quello che, da molti, è ritenuto il momento più importante e suggestivo della fiaccolata:  l’attimo di preghiera e la benedizione dei fedeli nella piazza principale rischiarata, per tutto perimetro, dai ceri accesi che riflettono la luce sui volti emozionati dei devoti al Santo martire Placido. Tradizione, consuetudine o usanza accettata, a suo tempo, acriticamente senza, forse, un consapevole riferimento al contenuto storico dell’evento, ma che oggi rappresenta, per la stragrande maggioranza dei castelluccesi, un complesso dei valori e modelli trasmessi, incancellabili.  

A spegnere la polemica sul nascere e ridare serenità ai tanti turbati dallo “stravolgimento” de “A Calata a Cira” ci pensa don Carmelo Lipari, presidente del comitato dei festeggiamenti e sacerdote della piccola comunità, il quale spiega che il “cambiamento”, nella fase finale del corteo processionale, rientra nell’ottica di una sperimentazione inserita in un quadro di miglioramento della stessa fiaccolata che “…pensiamo, con i dovuti accorgimenti e relative precauzioni, di far concludere dentro la chiesa con l’offerta dei ceri a San Placido – afferma il prete. Siamo in fase di sperimentazione; abbiamo scelto di fare la prova, in occasione della processione di agosto, proprio per sentire i pareri di molta più gente che, per l’effetto di ritorno dell’azione da noi promossa, ci aiuterà a capire meglio e a fare scelte giuste e condivise”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.