Si parla di Mistretta nell’incontro tra Commissione Antimafia e Prefetto

di Giuseppe Salerno
23/07/2019

La Commissione Antimafia siciliana, guidata da Claudio Fava, ieri, a Messina, ha incontrato il Prefetto Maria Carmela Librizzi, il procuratore Capo Maurizio De Lucia e i vertici delle forze dell’Ordine. L’organismo dell’Ars ha dedicato un’ampia parte delle audizioni alla zona dei Nebrodi, in particolare allo scioglimento del Comune di Mistretta, travolto dall’operazione Concussio e della cosiddetta “Mafia dei pascoli” con l’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci.

“Dobbiamo trovare strumenti che vanno al di là degli effetti dello scioglimento – afferma il presidente Fava riferendosi allo scioglimento del Comune amastratino. Oltre le indagini, il dossier della Commissione prefettizia indica che non è soltanto il livello politico ad essere interessato dalle infiltrazioni mafiose, e che spesso basta un solo addentellato nelle amministrazioni per mettere, di fatto, tutta la macchina amministrativa a disposizione delle organizzazioni criminali. Per questo abbiamo bisogno di nuovi strumenti che permettano di spezzare anche questo legame e mettere in luce questi meccanismi di penetrazione – continua il presidente della Commissione Antimafia Ars – abbiamo esperienza comuni sciolti più volte, il che vuol dire che colpire soltanto il livello politico non basta”. Fava mette in risalto la capacità imprenditoriale delle mafie nebroidee di “dragare risorse pubbliche, attraverso prestanomi compiacenti, ma soprattutto professionisti in grado di indicare la via “legale” per accaparrare risorse a favore di soggetti criminali”.

Presente all’audizione l’onorevole Antonio De Luca del M5S, componente della Commissione: “Sui Nebrodi ci sono organizzazioni criminali di spessore, nell’area di Mistretta in particolare. Ma parlarne non vuol dire sminuire quel territorio, che ha enormi potenzialità e fascino, sotto tutti i punti di vista. Penso al recente riconoscimento del marchio D.O.P per la provola dei Nebrodi. Bisogna però capire che proprio per favorire queste potenzialità e o sviluppo del territorio bisogna liberarlo da queste forti presenze criminali, che lo ostacolano. Il nostro impegno è quello di favorire questo processo. Sull’attentato ad Antoci, nonostante gli sforzi della magistratura – continua il deputato dell’Ars – non si è riusciti a pervenire ad un esecutore materiale, né ad un mandante, né tantomeno ad un movente. Il caso è estremamente complicato, nonostante l’archiviazione, rimane comunque importante comprendere chi ci avrebbe guadagnato dall’eventuale riuscita dell’attentato e chi dall’eventuale messa in scena dello stesso”.

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