Suino nero dei Nebrodi, grandi manovre in corso per affossare la filiera

di Salvo Lapietra
02/01/2017

Quale futuro per la filiera del suino nero dei Nebrodi? La domanda non è mai stata così opportuna come in questo momento. E a questa domanda proveranno a dare una risposta tecnici, esperti, funzionari regionali nell’ambito di un convegno che si terrà a Longi, sui Nebrodi,  in provincia di Messina, il 5 gennaio  nell’ambito della sagra del suino nero dei Nebrodi che si tiene nel piccolo centro montano ormai da parecchi anni.  E’ un momento molto delicato: con l’operazione Gamma Interferon è stata messa a dura prova la credibilità di prodotti che  puntano a essere genuini e sani. E lo sono perché è la responsabilità degli allevatori, dei contadini dei  Nebrodi che li rende tali. Ma come sempre accade gli avvoltoi hanno cominciato ad aggirarsi pensando che sia possibile raccogliere i resti di un settore quasi defunto. Perché, ormai è noto, c’è chi lavora per far sì che la filiera del suino nero dei Nebrodi scompaia e che possa essere sostituita con un più generico suino nero siciliano che all’occorrenza qualche spregiudicato può vendere come nero dei Nebrodi. Ci sono interessi in gioco e come sempre accade in questi casi chi ha più soldi e più potere cerca di ritagliarsi uno spazio di monopolio a danno ovviamente dei più piccoli (sono 98 nell’area dei Nebrodi) che da sempre rappresentano un presidio per questo territorio. Le grandi manovre sono cominciate da tempo: l’obiettivo è la conquista del territorio. E un passaggio importante di questa strategia di conquista potrebbe essere quello di mettere le mani sul prosciuttificio di Galati mamertino, una struttura realizzata con fondi pubblici e per il momento gestita con alterne fortune da un consorzio.

Il prosciutto da suino nero dei  Nebrodi, per la sua peculiarità e bontà, è diventato ormai un prodotto sempre più ricercato smentendo chi, magari da un pulpito accademico, ha sempre sostenuto che la carne di suino nero non è adatta per la trasformazione.  Il prodotto (e dunque tutto il territorio) è a una svolta: scegliere la strada della modernizzazione produttiva, dell’organizzazione, del rafforzamento produttivo oppure perire, come vorrebbero alcuni. Intanto si sa che l’intera produzione di prosciutto del 2017 è stata venduta e che dunque c’è spazio, sul mercato, per insistere. Ma sono necessarie scelte forti che i sindaci del territorio (almeno alcuni) vogliono fare: uno di questi è il sindaco di Longi Sandro Lazzara che ormai da anni sostiene con azioni concrete questa filiera produttiva. Resta da capire cosa intende fare la politica in generale perché qui è necessario arrivare al riconoscimento della Dop salvaguardando la tradizione e un sistema produttivo che può dare ancora grandi soddisfazioni.

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