Tortorici, Cgil e Cisl chiedono ispezione al Comune

di Salvo Lapietra
02/03/2016

Una lettera indirizzata all’assessorato regionale alle Autonomie locali, al prefetto e alla Procura della Corte dei conti e firmata dai segretari provinciali della Funzione pubblica Cgil Clara Crocè e della Funzione pubblica Cisl Calogero Emanuele con la richiesta di un’ispezione al Comune di Tortorici. Una missiva, inviata ieri, che è un dossier sullo stato di salute finanziario dell’ente locale della provincia di Messina dove da anni va avanti una vertenza sui provvedimenti di mobilità e di prepensionamento nei confronti di 25 persone. «Da diversi anni – scrivono i due sindacalisti – l’amministrazione comunale mette in campo un comportamento assai discutibile circa il trattamento e le denigrazioni dei dipendenti comunali, disattendendo gli impegni e ogni accordo sindacale e soprattutto omettendo il pagamento delle retribuzioni mensili e qualsivoglia spettanza economica». Ma il punto non è questo. O meglio non è solo questo. Il resto della lettera è un duro atto d’accusa sulla gestione economica del Comune: «L’amministrazione Comunale di Tortorici, in questi anni, oltre ad accumulare enormi debiti, ha proseguito imperterrita nella propria dissennata azione amministrativa, senza tenere in alcuna considerazione neppure le motivate argomentazioni della Corte dei Conti: dai debiti fuori bilancio, ai pignoramenti, ai mutui, alle mancate riscossioni di tributi relativi ai servizi di raccolta rifiuti, servizio idrico, IMU ad oggi non incassati e con costi superiori al previsionale di entrata» scrivono i due sindacalisti.

Il Comune di Tortorici, si legge nella lettera,  ad oggi ha contratto 48 mutui per ben 15.666.49,42 euro ed ha ancora da pagare una rata annua pari € 1.150.503,35 e per alcuni sino al 2031, al 2038 e al 2041, oltre ad aver notificati 35 pignoramenti da parte di creditori vari per € 784.436,09 e con un disavanzo di amministrazione di € 1.939.781,61;

«E’ opportuno evidenziare, altresì, – spiegano ancora i due – che il tesoriere comunale, avrebbe provveduto al pagamento di fatture in favore di imprese e creditori vari, avvalendosi, pare, di quanto previsto del D.L. 19 giugno 2915 n. 78 che obbliga l’Ente, all’adozione di atti amministrativi e rispetto di procedure, (domanda di anticipazione alla Cassa Depositi e Prestiti, sottoscrizione contratto di anticipazione, rispetto dell’addendum, piano di pagamenti, rendicontazione ecc.), nonché alla pubblicazione degli atti ai sensi di quanto previsto dall’articolo 6, comma 3, del D.L. 35/2013. Il tutto sarebbe stato operato in assenza di atti e senza conoscerne il criterio di priorità, sapendo che risultano depositati anche mandati di pagamento relativi alle spettanze dei lavoratori che avrebbero priorità rispetto ad ogni qualsivoglia pagamento».

E infine segnalano che il 16 febbraio è stato approvato il bilancio preventivo del 2015, «con il parere contrario del Servizio Economico Finanziario e sfavorevole del Revisore dei Conti e che dalla consultazione dell’Albo pretorio non risulterebbero pubblicati i relativi allegati».

«Chi ne paga le conseguenze – dicono Emanuele e Crocè – è la collettività oricense e i dipendenti comunali che vengono puntualmente vessati, denigrati, sanzionati con discutibili procedimenti disciplinari, oltre a subire il mancato pagamento delle retribuzioni che oggi superano le 6 mensilità e privilegiando, invece, i pagamenti di imprese e aziende private. Purtroppo, da parte di creditori e naturalmente compresi i dipendenti dell’Ente si registrano situazioni di crisi familiari, personali ed individuali, che sfociano anche in demotivazioni, depressioni e comportamenti che rasentano la legalità ed una degenerazione in azioni personali che mettono a rischio la salute e la incolumità di ciascun lavoratore».

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