Transumanza al suono dei tamburi attraverso i Nebrodi

di Redazione
15/06/2017

Si è svolta, domenica 11 giugno, la “transumanza sonora”. Si è trattato un esperimento sonoro per riavvicinare l’uomo alla natura e ai suoi riti. I partecipanti all’evento, richiamati dal fascino di Alfio Antico ed i suoi tamburi, hanno percorso circa 10 km tra le province di Enna e Messina a seguito della mandria di vacche di Antonio Pruiti; attraversando i Nebrodi, da contrada Calamaro-Troina fino a contrada Gruppera-Cesarò, hanno riscoperto l’ancestrale rito della transumanza.

La Sicilia nei secoli è stata importante terra di transumanze, nella maggior parte dei casi, si transumava due volte l’anno “a salire e a scendere”; gli armenti veniva portati ai pascoli montani in primavera-estate ed in autunno-inverno a quelli collinari, nelle zone di “marina”. Con la transumanza avveniva la movimentazione non solo degli animali ma anche dei popoli. Le genti si spostavano portando con se l’identità, la cultura e il sapere che gli apparteneva. L’evento è nato dall’amicizia e dall’intesa tra Antonio Pruiti e Alfio Antico, i quali sono accomunati dallo stesso legame con la natura, i suoi cicli ed il suo linguaggio.

Antonio Pruiti, 41 anni diploma da perito tecnico agrario, è un giovane allevatore; un figlio d’arte che ha deciso di restare in campagna, di continuare la tradizione di famiglia, e di fare per sua stessa ammissione “il mestiere più bello che possa esserci, dove la frenesia della vita cittadina lascia il passo ai ritmi lenti dettati dalla natura”. Anche Alfio Antico è stato in gioventù transumante per le terre di Sicilia. Infatti, da ragazzo guidava le greggi dal Biviere di Lentini fino ai piedi di Melilli. Oggi è un cantautore e percussionista di fama internazionale, importante custode del folclore e della memoria popolare siciliana. La sua passione per la musica e per il tamburello, di cui è un abilissimo costruttore, trova origine proprio nel suo passato da pastore a Lentini.

Le due ore di cammino sono state scandite dai suoni della natura, dai campanacci, dai muggiti e dal suono dei tamburi. Le vacche con i loro “muligni” (campanacci), insieme alla natura che all’alba si risveglia, sono state l’orchestra che ha accompagnato Alfio Antico ed i suoi tamburi in questo cammino. Cammino dove il passo non è dettato dall’uomo ma dalle bestie, che conoscono già la via da percorrere e vi si “‘ntrazzerano”. Uomo e animale insieme percorrono un viaggio fatto di scoperta, rispetto e fiducia. L’uomo, che a piedi accompagna gli animali, riesce a cogliere le diverse sfumature del mondo che lo circonda, riesce a percepire le meraviglie del territorio e della natura.

A seguito della carovana c’erano, anche, i due giovani documentaristi troinesi Vito Cardaci, autore de “L’albergo di Giuda” con cui ha vinto nel 2014 il premio De Seta al Bari FilmFest, e Giuseppe Calabrese, autore de “Lu principiu di li festi” e “L’orto degli dei”, che hanno ripreso l’evento per la realizzazione di un docu-film. “ Questa è la prima tappa – spiega Giuseppe Calabrese -, di un progetto che durerà un anno. Faremo delle riprese per poi realizzare un film sperimentale. Il film sarà un viaggio, intrapreso domenica con il primo ciak, al seguito di Alfio. Ripercorreremo, insieme a lui, i suoi luoghi; da Ferrara la città in cui vive, a Lentini la sua città natale, passando per il Salento, Napoli, Firenze e giungendo fino in Francia. Racconteremo Alfio e la sua storia, fatta di musica, natura e memoria.”

Tra i produttori del progetto c’è anche Salvo Noto, insieme con Guillaume Sciama, ingegnere del suono francese che ha lavorato con il regista Michael Haneke e, nel 2013, con Fabio Grassadonia e Antonio Piazza nel film Salvo. Il prossimo appuntamento con Alfio Antico è domenica 25 giugno, in contrada Gruppera-Cesarò nell’azienda di Antonio Pruiti; dove Alfio si esibirà in un concerto “insieme a mio figlio Mattia alle chitarre e alla voce di Rita Botto sotto l’enorme quercia”.

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