Truffe all’Ue, Sindoni “salvato” dalla prescrizione

di Salvo Lapietra
04/08/2016

Capo d’Orlando – Le accuse erano pesanti: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni della Ue e indebite percezioni di erogazioni pubbliche (in particolare dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura). Ma non vi sarà alcun modo di capire se quelle accuse erano fondate o meno perché l’ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni, arrestato due volte: nel 2008 e nel 2010, a suo tempo tra le altre cose amministratore unico dell’Upea, è uscito definitivamente dal procedimento grazie alla prescrizione. Il gip del Tribunale aretuseo Andrea Migneco ha infatti accolto le richieste del sostituto procuratore Margherita Brianese e ha disposto l’archiviazione del procedimento nei confronti di Sindoni. Una richiesta di archiviazione che porta la data del 20 luglio 2015 e che è stata accolta dal gip a marzo di quest’anno: ma si è avuta notizia soltanto nei giorni scorsi.

Si chiude così una vicenda che aveva suscitato parecchio clamore perché culminata con l’arresto dell’allora sindaco di Capo d’Orlando (e presidente della locale squadra di basket) accusato di aver partecipato alla truffa ai danni dell’Unione europea. Secondo la Guardia di Finanza l’Unione europea avrebbe erogato contributi indebiti a varie aziende e soggetti coinvolti nell’inchiesta (sessanta in totale gli imprenditori coinvolti di cui dieci arrestati), in un periodo che va dal 2002 al 2006, per un totale di 4,6 milioni mentre ammontavano a 5,7 milioni i contributi relativi al 2007 che in quell’occasione sono stati congelati.

Il pm (che ha chiesto l’archiviazione per prescrizione anche per altri indagati) non entra nel merito della consistenza delle prove raccolte a carico degli indagati e si sofferma parecchio sulla posizione di Sindoni nei confronti del quale, scrive «si è proceduto per il delitto di partecipazione all’associazione per delinquere finalizzata alla commissione delle predette truffe, commessa sino al dicembre 2007 con il ruolo di partecipe, nonché per i delitti di indebite percezioni di erogazioni pubbliche, tutti commessi entro il dicembre 2007». Il magistrato spiega le ragioni che hanno determinato la richiesta di prescrizione: «Ancorché l’effettuazione dell’interrogatorio di garanzia – si legge nella richiesta – dopo l’applicazione della misura custodiale abbia determinato, da ultimo, l’interruzione della prescrizione, le ipotesi di reato indicate sono state commesse tutte, come detto, entro il dicembre dell’anno 2006, sicché risulta essere decorso il periodo massimo di prescrizione, pari a 7 anni e mezzo, maturatosi, al più tardi, nel giugno 2014, non versandosi nelle ipotesi per le quali l’articolo 157 prevede termini allungati di prescrizione. Deve pertanto essere richiesta l’archiviazione del procedimento in relazione all’avvenuto decorso del termine di prescrizione; risultano iscritte a carico di Sindoni anche due ipotesi ulteriori di indebita percezione commesse tra il 2008 e il giugno 2009, non oggetto di misura cautelare né pertanto di interrogatorio di garanzia, rispetto alle quali risultano comunque decorsi i termini prescrizionali (da calcolarsi in tal caso in sei anni in assenza di atti interruttivi».

Per quanto riguarda invece le ipotesi di responsabilità amministrativa da reato per le quali «è stata applicata alle società Consorzio Agridea, cam e Consorzio Upea, tutte con sede a Capo d’Orlando, la misura interdittiva per la durata di un anno con esclusione dalla percezione di rimborsi, contributi e altri emolumenti delal Pubblica amministrazione, risulta improcedibile l’azione in relazione all’intervenuta prescrizione dei fatti-reato dai quali detta responsabilità dipende: inoltre, anche rispetto alla stessa responsabilità amministrativa da reato la prescrizione maturerebbe al più tardi entro il corrente anno, essendo stata applicata la predetta misura nel novembre del 2010».

Credit delle foto: quella in evidenza è tratta dal sito scomunicando.it, mentre quella in apertura dell’articolo da amnotizie.it. 

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