Tusa, avviato il progetto “Sprar”, spiegato il dovere dell’accoglienza

di Giuseppe Salerno
12/03/2018

Ha riscosso un straordinario successo la conferenza dal titolo “L’accoglienza che verrà: superare le diffidenze e accogliere”, organizzata dall’Amministrazione comunale di Tusa di concerto con Sua Eccellenza il Prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, nei locali della palestra comunale del centro dell’entroterra tirrenico. In occasione dell’avvio del progetto “Sprar Tusa”, previsto per oggi, il sindaco della città alesina, Angelo Tudisca, di fronte ad una platea composta da sindaci di tutti i paesi dei Nebrodi, autorità Religiose, Giudiziare, Civili e Militari, ha presentato ed illustrato il progetto che vede l’accoglienza per i rifugiati e i titolari di protezione internazionale, rivolto a tre nuclei familiari e fino ad un massimo di dodici persone.

Il Ministero dell’Interno, in un primo momento, con il decreto del 28/12/2017, aveva assegnato le risorse finanziarie a progetti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati presentati, nell’ambito della rete SPRAR, da 171 Comuni italiani. Tra questi anche il comune di Tusa con un progetto ideato dal sindaco Angelo Tudisca  redatto e curato, nei minimi particolari, da due dottoresse contrattiste dipendenti del comune alesino. Il comune di Tusa nella graduatoria nazionale si piazzò al 35esimo posto, portando a casa, per il triennio, da intendersi dall’1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2020, un finanziamento dell’importo annuale  di 218.860,70 euro, al quale l’Ente dovrà aggiungere la quota di compartecipazione di 12.885,07 euro.

Buona parte dell’importo complessivo annuale, pari ad euro 231.745,80, verrà redistribuito nell’ambito del territorio comunale con il pagamento degli affitti delle abitazioni, di privati, per la sistemazione dei 12 “ospiti” in piccoli nuclei; per le spese ordinarie atte a garantire, dignitosamente,  l’accoglienza di richiedenti e beneficiari di protezione internazionale, compresa di assistenza sanitaria, sociale e domiciliare. Un finanziamento, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale Ministero dell’Interno-Anci finalizzato ad un’accoglienza equilibrata e sostenibile sull’intero territorio nazionale, che se gestito in modo serio, con strumenti adeguati, come è nell’intento dello SPRAR, può diventare una occasione di dialogo e di sviluppo per la comunità tusana.

Tudisca e la sua squadra di governo sono stati i primi, nell’hinterland nebroideo,  a scrivere una bella pagina di buona amministrazione, da esportare fuori dai propri confini a dimostrazione che, anche nel campo dell’accoglienza, i Nebrodi possono rappresentare un modello eccellente da copiare.

Il Comune di Tusa ha deciso di aderire, ci raccontava Angelo Tudisca in un’intervista di qualche mese fa, preliminarmente per rispettare gli impegni assunti dall’Anci con il Ministero dell’Interno essendo peculiarità dell’Amministrazione alesina contribuire ad accogliere coloro i quali scappano dalla guerre e dalla miseria. La popolazione tusana, ebbe modo di affermare Tudisca, ha sempre dato prova di avere un grande senso di accoglienza ed ha sempre favorito lo scambio interculturale tra e con l’etnie presenti nel territorio. L’adesione al sistema SPRAR è l’unico modo che i Comuni hanno a disposizione per gestire e governare l’arrivo di stranieri sul proprio territorio. L’adesione allo SPRAR permette di usufruire della clausola di salvaguardia, che prevede l’esenzione dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza da parte dello Stato evitando, quindi, arrivi incontrollati e incontrollabili.

Una conferenza, quella di oggi, che oltre ad inaugurare un progetto, costituisce una semplice premessa che vanifica tutte le politiche che si oppongono alle migrazioni. Politiche che fanno leva sulle paure del cittadino comune, bistrattato per conto suo da governi e potere economico, additandogli un facile bersaglio. La politica tusana ha dimostrato invece apertura a valori di dignità umana promettendo una proficua integrazione, contrastando coloro che, incapaci o comunque lungi dal lottare per imporre gli interessi popolari, si accontentano di dire alla gente che se stanno male è per colpa dei “clandestini” e dei Rom”.

 

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