Decreto Dignità, entro il 24 prevista la ratificazione ufficiale. Gli effetti sul settore dei Giochi

di Redazione
21/07/2018

Il Decreto Dignità si avvicina a grandi passi e va verso l’ufficializzazione: la discussione è cominciata lo scorso 17 luglio, entro il 24 è prevista la ratificazione ufficiale del provvedimento voluto fortemente da Luigi Di Maio.

Nel testo sono presenti varie misure di gioco: si va dall’aumento del prelievo erariale unico per slot machine al divieto delle pubblicità per il gioco. La misura promossa dal Governo Conte è voluta per garantire maggior controllo e sicurezza ai giocatori e soprattutto per combattere la ludopatia, fenomeno dilagante e che nell’ultimo biennio ha toccato tassi di crescita esagerati. Dall’entrata in vigore, ormai quasi del tutto certa, del decreto, verrà vietata la pubblicità, in qualsiasi forma, anche indiretta, su giochi o scommesse che prevedono vincite in danaro. Ma non solo: il decreto investirà anche le manifestazioni sportive, le trasmissioni radio e televisive, la stampa, le pubblicazioni, le affissioni e la pubblicità sul web.

Dal 1° gennaio 2019 il Decreto verrà poi esteso, comprendendo tutte le altre forme di comunicazione o prodotti la cui pubblicità è e sarà vietata. Inoltre, come illustra un editoriale pubblicato su www.giochidislots.com, il divieto verrà applicato a qualsiasi prodotto presenti la sponsorizzazione di eventi, attività promozionali e via dicendo. Dal decreto saranno escluse le lotterie nazionali a estrazione differita. Le conseguenze per chi non si adatterà alle norme che entreranno in vigore sono piuttosto pesanti: per chiunque viole le norme infatti si comporterà una sanzione amministrativa pecuniaria, pari al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità per cifre non inferiori ai 50.000. L’Autorità competente per notificare le sanzioni sarà l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ai sensi della legge n.689 del 24 novembre 1981. I proventi delle sanzioni amministrative per le violazioni verranno versati nell’apposito capitolo dell’entrata del bilancio statale e riassegnati allo stato di previsione della spesa del Ministero della Salute per venire poi destinati al fondo per combattere il gioco d’azzardo e specificamente la ludopatia.

E per i contratti pubblicitari già vigenti? Per un anno, e non oltre, continueranno ad osservare le precedenti disposizioni in vigore salvo poi adeguarsi al nuovo decreto e alle disposizioni previste.
Per quel che concerne la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi, di cui all’articolo 110 comma 6 lettere a e b, di cui al regio decreto del 18 giugno 1931 n.773, dal 1° settembre 2018 è fissata al 19,25% e nel 6,25% dell’ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1° maggio 2019. Per gli oneri derivanti dal comma 1, pari a 147 milioni di euro per l’anno 2018 e 198 per l’anno 2020, si provvede mediante quota parte delle maggiori entrate, come previsto dal comma 6.

Il Decreto susciterà polemiche, è fuori di dubbio. Lo scorso tredici luglio, peraltro, si è verificato un caso che è più che eloquente in questo momento: il Consiglio di Stato ha infatti rinviato al merito il ricorso di un cittadino privato della licenza TULPS, per la raccolta di scommesse perché troppo vicino ad un bancomat. Con un’ordinanza il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare che ha presentato una società di gioco contro il Ministero dell’Interno, il comune di Camerino e la Regione Marche, che non sono costituiti in giudizio: Il Questore della Provincia di Macerata ha annullato la licenza TULPS per l’esercizio di un punto di raccolta di scommesse su rete fisica, in quanto troppo vicino ad un bancomat.

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