Le intimidazioni ad indirizzo di amministratori locali e il caso Riotta

di Redazione
28/06/2020

Anche nel 2019 la Sicilia si conferma la terza regione italiana per numero di minacce e intimidazioni agli amministratori locali.

Lo scrive il Quotidiano di Sicilia nel pezzo redatto da Valeria Arena dove si evince dall’annuale report di Avviso pubblico, associazione di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, dal titolo “Amministratori sotto tiro”, che la nostra regione è al terzo posto in Italia, dietro Campania e Puglia, per le intimidazioni ai danni degli amministratori locali. Un dato che però appare in controtendenza rispetto al 2018 e che ha fatto registrare un calo dei casi censiti (66) del 24%, numero più basso dal 2010, anno zero del rapporto.

Tuttavia queste cifre non dovrebbero spingerci a sottovalutare il fenomeno, come suggerisce il documento, dal momento che negli ultimi cinque anni nell’Isola sono stati censiti 409 episodi, un primato insidiato a livello nazionale solo dalla Campania, da anni in cima alla classifica. Ancora una volta, infatti, la maggior parte dei casi relativi a intimidazioni e minacce sono localizzati al Sud, con la Campania al primo posto a quota 92, seguita dalla Puglia (71), Sicilia (66) e Calabria (53). In particolare, il 45% degli episodi isolani sono concentrati nella provincia di Palermo (18 in un solo anno) e Messina (12), cui seguono Agrigento e Catania (9), Siracusa (5), Ragusa (4), Trapani, Enna e Caltanissetta (3), per un totale di 37 Comuni coinvolti, mentre a livello nazionale si contano, nel solo 2019, 559 atti intimidatori, uno ogni 15 ore, su 83 province interessate (il 75% dell’intero territorio italiano) e 336 Comuni colpiti, il dato più alto mai registrato. E per la seconda volta nella storia del report sono stati individuati casi di minacce e violenza in tutte le regioni d’Italia.

Tra i dati più interessati che emergono dal rapporto c’è la diversificazione degli atti intimidatori tra il Nord e il Sud: gli incendi, infatti, prima tipologia di minaccia nel Mezzogiorno, si trovano solo al settimo posto nell’area Centro-Nord, mentre i social network, diventati il mezzo più utilizzato per intimidire al Centro- Nord, scendono al quarto posto nell’area Sud-Isole. Purtroppo, però, non accenna a placarsi neanche l’abitudine di inviare proiettili, pratica ricorrente nei territori meridionali.

A tal proposito la collega Arena ha intervistato il sindaco di Militello Rosmarino, Salvatore Riotta, il quale ha raccontato la sua esperienza negativa a seguito della quale, poco tempo fa, ha presentato una denuncia per minacce gravi, segnalando la pubblicazione su Facebook di un video contenente espressioni minacciose e per nulla velate, rivolte nei suoi confronti, di altri amministratori dello stesso centro nebroideo e dei loro familiari.

“Il caso che ha interessato me e altri rappresentanti della nostra comunità – ha spigato il sindaco di Militello – è stato spiacevole ma isolato. Purtroppo c’è ancora qualcuno che pensa che gli amministratori siano in carica non per servire l’interesse generale ma quello particolare. Per questo io e alcuni assessori e consiglieri siamo stati oggetto di insulti da parte di un signore che ce ne ha dette di tutti i colori”.

Per il sindaco, però, i social restano uno strumento utile e importante: “Io sono un insegnante, prima ancora di essere sindaco, e tutti i giorni ho a che fare con i ragazzi, con i quali ci confrontiamo spesso su questo tema. La tecnologia è importante, basti pensare all’ottimo utilizzo che è stato fatto della Didattica a distanza in questo periodo di lockdown, ma l’educazione deve sempre essere alla base di tutto”.

“Attraverso i social network – ha continuato Riotta – noi amministratori possiamo mettere al corrente i cittadini di quello che facciamo, anche perché la popolazione vuole essere informata su tutto ciò che succede. Certo, può capitare che ogni tanto qualcuno faccia abuso di queste nuove piattaforme di comunicazione, ma ogni persona deve assumersi la responsabilità di ciò che fa. Internet, d’altronde, è un pozzo senza fondo d’informazioni e questo vale sia in senso positivo che negativo”.

“Devo dire in ogni caso – ha concluso – che, a parte qualche episodio isolato, nella nostra comunità i social network vengono utilizzati con grande senso di responsabilità, anche dai rappresentanti istituzionali”.

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